Ponte sullo Stretto, il 2024 sarà davvero l'anno dell'inizio dei lavori?
Il 2024 sarà davvero l'anno che vedrà il via ai lavori del Ponte sullo Stretto di Messina? Nei mesi passati il governo nella bozza del decreto legge aveva fissato una data con “la previsione che il progetto esecutivo fosse approvato entro il 31 luglio 2024”.
Il ministro Salvini a settembre 2023 disse che il cronoprogramma stava seguendo tutte le tappe previste, e che "l’impegno di aprire i cantieri sulle due sponde entro l’estate 2024, era un impegno in grado di mantenerlo”. In realtà questa data si è già spostata ad ottobre 2024.
Ma sulla realizzazione del Ponte, che costerà 12 miliardi di euro e per la quale si prevede un periodo di sei anni - dovrebbe essere pronto nel 2030 - ci sono molte incognite ancora da sciogliere, alimentate in questi mesi da nuovi dubbi, come quelli sollevati da Report, alle associazioni ambientaliste, per non parlare dei fondi che lo stesso governo della Regione Siciliana ha tagliato al ponte. Dopo le polemiche delle ultime settimane, sullo stato pietoso delle infrastrutture siciliane, che verrebbero compromesse con il dirottamento delle risorse sul Ponte di Messina, dalle parti del governo Schifani sono passati a più miti consigli, e hanno deciso di tornare a dare priorità alle opere infrastrutturali interne che erano state già programmate e ritenute strategiche.
Da parte sua il governo Meloni toglie i fondi destinati alla Sicilia per finanziare il Ponte sullo Stretto. E' stato presentato il quarto emendamento annunciato dal governo sulla manovra. La proposta di modifica rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto prevedendo una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi di euro (su un totale di circa 11,6 miliardi dal 2024 al 2032). Le risorse risparmiate dallo Stato saranno recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia. Significa che Sicilia e Calabria, che utilizzano i fondi Fsc per le opere pubbliche interne, strade, ponti, altre infrastrutture, vi dovranno rinunciare per una quota importante.
Sul ponte ci sono a rischio anche due procedure d’infrazione comunitarie. Una per violazione della Direttiva Appalti (Dir, 2014/24/UE), per aver assegnato senza gara un’opera il cui costo eccede di più del 50% del valore del contratto iniziale. L’altra per violazione della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) e Uccelli (Dir 2009/147/CE, ex 79/409/CEE) per l’incidenza negativa che il progetto avrebbe su una delle aree più importanti per la sosta e il transito degli uccelli migratori. Lo Stretto di Messina infatti ospita due Zone di Protezione Speciale (ZPS) tutelate dall’Europa: la Costa Viola (Calabria), i Monti Peloritani-Dorsale Curcuraci-Antennamare (Sicilia) e Area Marina dello Stretto. È il monito lanciato dal WWF che ha organizzato una manifestazione nazionale “Lo Stretto Non si Tocca”.
Il senso del Ponte sullo Stretto con la Sicilia che ha i treni tra i più lenti d'Europa. I treni sull'Isola vanno alla stessa velocità di un uomo in bicicletta: 26 km/h. E’ il calcolo fatto dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, un ente diretto da Carlo Cottarelli che, insieme a Leoluca Virgadamo, ha firmato uno studio sullo stato in cui si trovano le ferrovie siciliane. Lo studio sottolinea come “per lo sviluppo di un’area, anche la rete di trasporti locali è però importante, e lo stato della rete ferroviaria locale in Sicilia è molto debole”. Che senso ha quindi realizzare il Ponte se in Sicilia strade e ferrovia sono in condizioni pessime? Lo studio cita due esempi. I lavori di raddoppio della tratta Palermo-Messina si prolungano da tempo; dall’altro la manutenzione della Palermo-Trapani, passante per Milo, interrotta dal 2013 per una frana, obbliga qualsiasi collegamento con Trapani a procedere passando per Castelvetrano, più che raddoppiando le distanze da percorrere.
E sempre per quanto riguarda le infrastrutture e le realizzazioni delle opere Pubbliche, forse Salvini, ora ne sarà a conoscenza, visto che sono dati del suo Ministero, e cioè che la Sicilia è la Regione che ha il più alto numero di opere pubbliche incomplete in Italia: centotrentotto. Lo certifica l’ultimo monitoraggio della Regione. Piccolo particolare: è lo stesso numero dell’anno scorso. Quindi, in pratica, in dodici mesi non si è mosso quasi nulla. I dati arrivano dalla piattaforma Servizio Contratti Pubblici (Scp) dello stesso ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Sicilia da sola ha più di un’incompiuta su tre, il trentotto per cento, per un valore di quattrocentosei milioni di euro.
Alcune delle opere viarie o ferroviarie mai completate: il raddoppio della Ragusa-Catania, il cantiere della Palermo-Agrigento (fine dei lavori non nota), le strade interne, alcune delle quali sono ancora le “regie trazzere” del sistema viario voluto durante il Regno dei Borboni, e da allora mai ammodernate. E poi su tutte l’anello autostradale per collegare Mazara a Trapani, trentaquattro chilometri. Tra le tante infrastrutture pubbliche progettate e mai realizzate in Sicilia c’è infatti questa famosa bretella autostradale della quale si parla da almeno ventidue anni e diventata simbolo dell’inefficienza e dell’incapacità della politica siciliana di far diventare realtà progetti che dovrebbero migliorare, snellire e rendere più sicuri, viabilità, trasporti e collegamenti tra le diverse province.
Il progetto e la lunghezza del ponte - Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina nasce dalla volontà - e dalla necessità - di creare un attraversamento stradale e ferroviario stabile che possa unire la Sicilia con la Calabria e il resto dell’Italia e dell’Europa. Il progetto iniziale partorito durante il secondo governo Berlusconi prevedeva una sola campata da 3,3 chilometri, ma poi una commissione di studio l’ha giudicato non sicuro a causa del fondale a “V” di quel tratto di mare tra Sicilia e Calabria, senza contare che si tratta di una zona altamente sismica e caratterizzata da forti venti. All’epoca l’appalto è stato vinto dal consorzio Eurolink, ora in causa con lo Stato dopo la messa in liquidazione della Stretto di Messina Spa ma che potrebbe rinunciare al risarcimento se gli venisse assegnato il nuovo progetto. Eurolink adesso ha presentato gli aggiornamenti al progetto, vediamo allora come sarà il ponte sullo Stretto di Messina stando a quanto riportato dalla nota ufficiale diramata dal consorzio.
I numeri del ponte - “L’opera è destinata a diventare il ponte sospeso più lungo al mondo, con una campata complessiva di circa 3.660 metri e una luce centrale sospesa di 3.300 metri. La sua piattaforma, tecnicamente chiamata impalcato, avrà una larghezza totale di circa 60 metri, e le due torri collocate a terra, che andranno a reggere l’intera struttura, raggiungeranno un’altezza di 399 metri. La struttura accoglierà due carreggiate stradali con tre corsie per direzione (due di marcia e una di emergenza) e una linea ferroviaria a doppio binario, consentendo un flusso di 6.000 veicoli all’ora e fino a 200 treni al giorno, rivoluzionando la mobilità dell’area e dell’intero Sud Italia.”
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