Il Capodanno autarchico. Dopo la sbornia della notte di Capodanno, con spettacoli come da tradizione in molte piazze italiane, a Marsala l'amministrazione ha scelto piazza Bambina, per salutare il 2023 ed accogliere il nuovo anno, lasciando deserto il cosiddetto "salotto della...", no, si perdoni, c'era, c'è la vera-finta 'pista di pattinaggio', ma questa è un'altra storia, o forse no, perché l'attenzione alle perifirie non si contempla con il concerto di San Silvestro o Malgioglio a c.da Pastorella.
Nella mattina di Capodanno, poi, si attendeva il consueto concerto trasmesso in diretta da Vienna, quest'anno discriminato, mandato in differita e in forma ridotta su Rai 2, perché il governo nazionale, fautore della tradizione, dopo aver abbandonato (sì, perché la tv pubblica è più lottizzata che mai) l'appuntamento con il quale da sei anni l'ammiraglia della Rai dava il benvenuto al nuovo anno con lo spettacolo "Danza con me", ideato, condotto e ballato da Roberto Bolle, che ha fatto conoscere a milioni d'italiani la danza classica declinata anche alla musica moderna, ha deciso tramite Rai Cultura di mandare in onda e in diretta su RAI uno l'esibizione dell'Orchestra e Coro del Teatro La Fenice diretto da Fabio Luisi, con il soprano Eleonora Buratto e il tenore Fabio Sartori. Si apre con Verdi: da I due Foscari alla Gioia...tace l'onda è queta il vento.
Si continua con la scelta di privilegiare nel centenario della sua dipartita Giacomo Puccini, partendo dall'intermezzo di Manon Lescaut, la Tosca, Nessun dorma, alla Turandot, poi aria dalla Traviata. L'apice dell'Autarchia si raggiunge allorquando si celebrano i 70 anni della televisione italiana, con sigle della Rai come Carosello o dell'Eurovisione -unica defaillance alla narrazione-colonne sonore, quali Gianburrasca con relativa ballata degli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala.
In conclusione Ponchielli, Va pensiero, che fu utilizzato come l'inno nazionale della Repubblica Federale Padana da Umberto Bossi, prima della svolta salviniana contro gli immigrati. Ovviamente l'immancabile brindisi con "Libiam ne' lieti calici". Con buona pace della Marcia di Radetzky di Strauss e l'Inno alla gioia di Schiller, la melodia composta da Beethoven -priva del testo di Schiller-è stata adottata come Inno d'Europa prima dal Consiglio e in seguito dall'UE. L'Autarchia è servita.
Vittorio Alfieri