La grave siccità che vive da tempo la Sicilia sta creando non pochi problemi al settore agricolo, e non solo. Le precipitazioni di novembre, anche se al di sotto della media del periodo hanno portato sollievo ai suoli, alla vegetazione ed alle colture, riducendo almeno temporaneamente la gravità di un quadro che a fine ottobre, in alcune aree, prevedeva indici di siccità a breve termine tra i più bassi degli ultimi 30 anni.
Nell'Agrigentino il problema con l'utilizzo dell'acqua del Lago Arancio, invaso da un'alga rossa, non consente di irrigare le colture mettendo a rischio tutta la produzione. Se non piove nel periodo invernale, l'annata 2024 rischia di essere drammatica per l'agricoltura siciliana.
Aggravamento siccità a medio termine - Con l'allontanarsi nel tempo delle ultime piogge consistenti, quelle di febbraio e di maggio, si è delineato tuttavia un aggravamento della siccità a medio termine, espressa in particolare dalla brusca diminuzione degli indici SPI a 6 mesi. In questo periodo di prevalente riposo vegetativo e di ridotta evapotraspirazione, tale quadro siccitoso potrebbe non comportare conseguenze particolarmente rilevanti sulle colture, potrebbe invece prefigurare una limitata disponibilità idrica futura, se le precipitazioni invernali non consentiranno una significativa riduzione del deficit pluviometrico.
Siccità moderata nel trapanese - Secondo le analisi del Sias, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano, l'indice SPI a 12 mesi vede un quadro tutto sommato non ancora grave. Anche se abbiamo aree con siccità moderata su vaste aree del territorio isolano. Tra le aree con siccità moderata, da segnalare diverse aree centrali, parte della provincia di Trapani, nonchè la fascia costiera ionica catanese e messinese. Ricordiamo i problemi con l'apertura delle paratie della Diga Trinità.
L'analisi sulla situazione della siccità in Sicilia, elaborata dal Sias
Sono di nuovo notevoli le variazioni che l'indice SPI a 24 mesi vede, questa volta sul settore occidentale, a causa dell'uscita dalla finestra di osservazione del novembre 2021. Si allarga l'area con una significativa siccità moderata a medio-lungo termine soprattutto sul settore orientale, con alcune aree in stato di siccità severa sulla fascia costiera ionica catanese e messinese.
Grossi disagi se non piove - A causa della scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi in Sicilia, il livello di “severità idrica” dell’isola è passato da “basso” a “medio“. L’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici della Sicilia, organismo istituito dal Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e coordinato dall’Autorità di bacino, ha adottato delle misure per contrastare la crisi idrica in provincia di Agrigento e Caltanissetta. Tra le misure, la razionalizzazione delle risorse e un più efficiente approvvigionamento per la popolazione. Per quanto riguarda il settore idropotabile, l’Osservatorio ha stabilito che Siciliacque, gestore del sovrambito, dovrà elaborare un piano di riduzione dei prelievi dall’invaso Fanaco, attivare le procedure per l’acquisizione della concessione del pozzo in falda Favara di Burgio, autorizzare l’incremento dell’utilizzo delle risorse dall’invaso Ragoleto, procedere, infine, a completare gli studi per l’utilizzo della falda in prossimità del Montescuro Est.
La siccità sull'Isola nel periodo compreso di 2 anni, si notano le maggiori criticità nel settore orientale. Dati elaborati dal Sias.
Stop alle risorse idriche del Lago Arancio - Ai gravi problemi che sta causando la siccità all'agricoltura siciliana si aggiungono le criticità del servizio dei Consorzi di Bonifica. A Soffrire in questo momento sono gli agricoltori di Menfi e Sambuca che non possono utilizzare le risorse idriche del Lago Arancio. A causa di un'alga l'utilizzo dipende in base all'esito dei controlli dell'acqua. In questo momento si utilizza per gli alberi, ma non per le verdure, con i produttori della zona, che comprende anche Santa Margherita Belice, che rischiano di perdere tutte le produzioni. A lanciare l'allarme Coldiretti Sicilia. "L'acqua invasa dalla cosidetta "alga rossa", spiega Ignazio Gibiino, presidente di Coldiretti Agrigento, può andar bene per le piante arboree, ma non per le piante a foglia, che in questo momento, dai carciofi alla lattuga, sono quasi tutte in piena fase produttiva. Anche la possibilità di utilizzare la diga Garcia è un'utopia - continua Coldiretti - a causa di lavori in corso fino ad aprile 2024. Da anni non è possibile avere un piano di investimento agricolo che permetta di avere certezze. Chiediamo interventi immediati e decisi, altrimenti saremo di fronte ad una catastrofe annunciata".
Altro grido d'allarme arriva dalla CIA Sicilia. Il suo presidente, Graziano Scardino, con una lettera all'assessore regionale all'Agricoltura Sammartino chiede: "l'inserimento nella finanziaria di una dotazione adeguata per far sopravvivere le aziende vitivinicole danneggiate da eventi climatici e dalla peronospera. E' necessario che le istituzioni lavori assieme per garantire il reddito delle imprese agricole, attraverso la sburocratizzazione dei bandi, la semplificazione delle procedure, il miglioramento della capacità di spesa".