Coro di no alle scorie nucleari. Il Comune di Trapani chiede l'accesso agli atti
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Continuano ad arrivare i pareri negativi all'ipotesi di realizzare un deposito di scorie nucleari in provincia di Trapani.
Il Comune di Trapani, per determinazione del sindaco Giacomo Tranchida e dell’assessore Giuseppe Pellegrino, hanno formalmente chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla SoGIN S.p.A. istanza di accesso agli atti istruttori e a tutta la documentazione integrale, “compreso il provvedimento di approvazione dell’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, in forza della quale è stata adottata la Carta nazionale delle Aree Idonee (C.N.A.I.) pubblicata il 13.12.2023, onde conoscere le ragioni e le motivazioni che hanno indotto Codesti Enti e l’ISIN a mantenere tra i siti idonei il sito TP 11 e a respingere le precise contestazioni e osservazioni sollevate dalla Regione siciliana e da questo Comune”.
La richiesta è stata inoltrata per conoscenza anche all’Assessorato Regionale del Territorio e dell'Ambiente Sicilia.
«Nonostante le numerose osservazioni poste dal nostro Comune e dagli ordini professionali della provincia di Trapani – affermano il sindaco Giacomo Tranchida e l’assessore Giuseppe Pellegrino - , il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la SoGIN hanno comunque inserito Trapani (ma anche Calatafimi-Segesta) all’interno della lista dei possibili territori ove costruire il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. Per noi, ciò è assolutamente inaccettabile e per questo motivo abbiamo preliminarmente richiesto l’accesso a tutti gli atti che hanno portato a rendere siti idonei due territori ad altissima vocazione turistica, con alto rischio sismico e che presenta numerose difficoltà di realizzazione. Noi diciamo no alla costruzione del deposito senza se e senza ma. Ci opporremo con tutte le forze e lotteremo in ogni sede affinché ciò non avvenga».
«Discariche di scorie radioattive in provincia di Trapani? Impensabile solo pensarle, figurarsi inserire 2 siti tra i 51 idonei a livello italiano». È il disappunto espresso dall’onorevole Nicolò Catania a nome dell’intero gruppo parlamentare FdI all’Ars. Il “no” dei deputati FdI è stato ribadito con forza: «Chiederemo all’intero Governo nazionale e al Ministro Nello Musumeci affinché ai tavoli ministeriali si faccia valere la posizione che Musumeci adottò nel 2021 quando, da Presidente della Regione Siciliana, ribadì il suo “no” alle discariche di scorie radioattive in Sicilia». Tra i 51 siti italiani i territori di Calatafimi-Segesta e Fulgatore sono stati inseriti come idonei per creare discariche di scorie radioattive.
«Nel 2021 l’allora Presidente Musumeci e la sua Giunta approvarono una delibera per ribadire il proprio “no” ad accogliere scorie radioattive, confortati da un gruppo di lavoro istituito ad hoc. Ora condivido la seria preoccupazione dei sindaci di Trapani e Calatafimi-Segesta che dovrebbero subire scelte imposte dall’alto senza che tengano conto delle peculiarità uniche del territorio della provincia di Trapani – ha detto l’onorevole Catania a nome del gruppo parlamentare – mi sembra di assistere allo stesso copione di 50 anni addietro quando nel Belìce lo Stato disegnò a tavolino le città e impose schemi di ricostruzione, senza tener conto di cosa erano stati i nostri paesi». Nicolò Catania ha ribadito che «per scelte così importanti e di lungo investimento il Governo centrale deve ascoltare le voci dei territori, dei sindaci. In caso contrario si rischia di generare circuiti di sfiducia verso le istituzioni».
Un altro esponente di Fratelli d'Italia, di Mazara del Vallo, Bartolomeo Quinci, interviene così:
"Sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato pubblicato l'elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari e sono state così individuate cinquantuno locazioni possibili, tra cui la nostra regione. Ancora una volta, il nostro territorio è ‘terra di nessuno’, e non basta aver già pagato un pesante tributo.
Ogni giorno in media 60 mln di standard metri cubi di gas arriva in Italia dall'Algeria attraverso il gasdotto Transmed. Una complessa opera ingegneristica completata tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, su cui l'Italia punta per diminuire la dipendenza dalla Russia.
La porta d'ingresso del gas dall'Algeria si trova a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Mazara del Vallo, tramite il gasdotto offre già servizio al paese, mettendo i suoi cittadini a serio rischio.
Da un paio di giorni però, alla provincia di Trapani è stato nuovamente chiesto di offrirsi come luogo per il Deposito Nazionale delle scorie nucleari. Il nostro vertice Provinciale dovrebbe, per il bene della nostra terra e dei suoi abitanti, concentrarsi su altre “opportunità” di crescita e sviluppo come: sviluppo infrastrutturale, la valorizzazione dell’immenso patrimonio ambientale, anziché accogliere scorie radioattive. Oggi c’è bisogno di controbattere con una presa di posizione chiara e decisa a favore degli abitanti del Trapanese e di tutta la Sicilia.
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