
Mafia, la rete di Messina Denaro: comandano sempre ... i campobellesi
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Dall’indagine sulla rete di complicità di Matteo Messina Denaro, che ieri ha portato all’arresto di Vassallo e Alario, quest’ultimo nipote del Boss Vito Gondola, risalta il ruolo predominante in tutte le vicende mafiose della provincia che assumono i Campobellesi.
Dalle indagini condotte dai Pubblici Ministeri dell’antimafia palermitana, infatti, si evince che Alario (nipote di Vito Gondola) aveva saputo che “persone di Campobello” avevano fatto richieste estorsive ad imprenditori di Mazara del Vallo, travalicando i confini del mandamento Campobello - Castelvetrano.
I campobellesi andarono a trovare l’Alario che diede il placet per estorcere denaro nel territorio mazarese seppur con l’obbligo di non toccare alcuni imprenditori del posto.
I personaggi in questione venivano apostrofati da Alario come “quattro fumeri” che erano andati a cercarlo per conto del boss mafioso Franco Luppino arrestato nell’operazione Hesperia nel settembre 2022.
Tra l’altro sempre Alaria aveva il presentimento che i campobellesi fossero pedinati o intercettati in quanto riferiva a Giovanni Vassallo, anche lui arrestato, che “avevano gli sbirri addosso”.
Gli investigatori indagano anche sui rapporti tra Giovanni Vassallo e Antonio Messina da Campobello detto l’Avvocato, condannato per mafia e traffico di droga nel processo in cui fu condannato per associazione mafiosa proprio Francesco Luppino.
Vassallo e Messina si incontrano per il tramite di Simone Caradonna in un bar presso la stazione di Mazara del Vallo per parlare di affari. Infatti parlano di costituire una ditta per partecipare ad un’asta giudiziaria dell’Hotel Milano, al quale potrebbero essere assegnati diversi contributi pubblici. All’asta sarebbe, inoltre, interessato un amico del Messina.
I due poi continuavo a parlare della commercializzazione del carburante e concordavano di individuare un “serio importatore”, motivo per il quale stabilivano di contattare Salvatore Pinta titolare della Pinta e Zottolo. L’imprenditore, contattato dal Vassallo, però riferiva che la sua società era fallita e i suoi impianti erano stati venduti ad una terza società i cui titolari non erano interessati ad operazioni “oscure”.
Gli inquirenti hanno scoperto poi dell’interessamento del Vassallo sui lavori di realizzazione della condotta fognaria da realizzarsi a Campobello, Torretta e Tre Fontane, appalto aggiudicato ad una società messinese.

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