"Il via libera del governo Meloni al finanziamento del Ponte sullo Stretto attingendo ai fondi per lo sviluppo della Sicilia è la prova non solo del disinteresse verso il Sud, ma anche del processo di privatizzazione dei servizi in atto”. Lo dice in una nota la segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia, Maria Concetta Balistreri, a proposito dell’ok in Senato al finanziamento da 11,6 miliardi di euro per la grande opera.
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Per Balistreri, “la stessa revisione del Pnrr, calata dall'alto, taglierà investimenti pubblici per le Regioni meridionali (che erano destinatarie del 40% dei finanziamenti Pnrr) a vantaggio delle aree più forti e produttive del Paese, accentuando le disuguaglianze tra i cittadini. Si sceglie di finanziare il ponte sullo Stretto che unirà due sistemi di trasporto regionali gravemente deficitari, rimandando la possibilità di potenziamento di reti stradali e ferroviarie, mentre si riducono interventi per la sanità pubblica e territoriale (tagli alle case e agli ospedali di comunità) rendendo manifesto l'interesse dei governi, nazionale e regionale, per la privatizzazione delle cure che nega l'universalità del diritto alla salute”.
“Il governo - conclude la segretaria regionale del sindacato dei pensionati - non si cura delle molte disuguaglianze e marginalità sociali e territoriali, concede prebende a gruppi di interesse e imprese senza una visione di unità e coesione dell'intero Paese”.