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16/12/2023 08:40:00

Corruzione al Ministero del Lavoro, c'è anche una marsalese indagata

C’è anche la marsalese Concetta Ferrari, segretario generale del Ministero del Lavoro, tra le sette persone indagate a Napoli in un'inchiesta della Guardia di Finanza su presunte corruzioni commesse per ottenere il parere favorevole, in passato negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali. E con la Ferrari sono stati indagati anche l'imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario dell'università telematica Pegaso e presidente della squadra di calcio Salernitana, il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, Fabia D'Andrea, all'epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro.

L'ufficio inquirente partenopeo (procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e sostituto procuratore Henry John Woodcock) ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati (che a questo punto diventano imputati): oltre a quelli già citati anche Mario Miele (presidente del consiglio di amministrazione della società "Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl", ex consigliere di amministrazione dell'Università Mercatorum e attuale dirigente della Us Salernitana), Francesco Fimmanò (che avrebbe svolto il ruolo di mediatore) e Antonio Rossi (figlio di Concetta Ferrari). Nell’ambito di questa inchiesta, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha già eseguito un sequestro preventivo nei confronti del figlio della Ferrari per un importo di oltre 68 mila euro, pari ai compensi netti percepiti come professore dalla Pegaso dal primo aprile 2019 al 10 giugno 2022. L'iscrizione nel registro degli indagati risale a oltre un anno fa e, secondo gli inquirenti, Cavallaro, in cambio di favori per la sua organizzazione sindacale, avrebbe offerto come contropartita alla Ferrari e alla D'Andrea diversi favori come, per esempio, l'assunzione del figlio della Ferrari alla Pegaso.

La scissione è stata ottenuta nel 2018 e ciò avrebbe permesso ad entrambi i patronati di mantenere sovvenzioni pubbliche, vantaggi economico-finanziari, sedi e patrimonio. Per ottenere questa scissione, in precedenza negata dal ministero del Lavoro, Cavallaro e Miele avrebbero offerto favori alla Ferrari e alla D'Andrea. Figura chiave sarebbe quella di Iervolino, che avrebbe assunto Rossi (figlio della Ferrari) come professore alla Pegaso. Sempre Cavallaro, invece, avrebbe offerto alla stessa segretaria del ministero regali come una vacanza in Calabria (Tropea), una costosa borsa, il noleggio di una barca e di varie auto. Dal canto suo, Cavallaro avrebbe procurato incarichi a persone vicine alla D'Andrea e per la stessa Ferrari. La Procura di Napoli ha individuato come “parti offese” il ministero del Lavoro, il Patronato Inpal e l'Università telematica Pegaso, che dunque potranno costituirsi parte civile nell'eventuale processo. Dopo la diffusione della notizia relativa all’inchiesta, l’Università Pegaso ha precisato che si tratta di una vicenda precedente all'attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato la Pegaso come parte lesa e per questo l’università si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela.
 



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