Da un lato c’è il primato per la dispersione scolastica, e gli ultimi posti in classifica per i servizi offerti come il tempo pieno. Dall’altro si sta decidendo di tagliare quasi 100 scuole. E’ il paradosso tutto siciliano sulla scuola.
In Sicilia verranno eliminati 93 istituti scolastici, di ogni ordine e grado. Si tratta del “Piano regionale del dimensionamento della rete scolastica” che è stato definito nel corso della conferenza regionale che si è svolta presso la sede dell’assessorato all'Istruzione con i sindacati di settore, i dirigenti degli uffici scolastici provinciali e il direttore Usr Sicilia.
Nel dettaglio verranno soppressi 19 istituti in provincia di Palermo, altrettanti a Catania, 11 a Messina, 7 a Caltanissetta, 5 ad Enna, 9 ad Agrigento, 9 a Trapani, 6 a Ragusa e 10 a Siracusa.
Il tutto per effetto dei tagli imposti dal Governo Meloni alla Sicilia con il bilancio 2023. L’intenzione è risparmiare sugli stipendi di presidi e direttori dei servizi amministrativi. Un dimensionamento inteso come percorso inevitabile chiesto dall’Unione Europea e finalizzato ad ottenere i finanziamenti del PNRR.
Il paradosso è proprio che da un lato l’UE finanzia le scuole siciliane tramite il PNRR per far fronte alla dispersione scolastica, dall’altro chiede di ridurre il numero di alunni per classe, perché questo rappresenterebbe un costo.
In particolare, i nuovi parametri prevedono che entro due anni ogni istituto scolastico abbia almeno 900 alunni.
I tagli hanno suscitato il coro di proteste da parte delle organizzazioni sindacali.
“Eravamo già preoccupati e avevamo criticato la scelta di sopprimere 93 istituti scolastici in Sicilia. Eppure da mesi le rappresentanze presenti nelle Conferenze Territoriali (provveditori, Dirigenti scolastici, amministrazioni comunali, organizzazioni sindacali) con competenza e responsabilità avevano lavorato per fare coincidere l’obiettivo di razionalizzazione della rete scolastica con l’esigenza di non penalizzare oltremodo l’offerta agli studenti e alle famiglie. per evitare di indebolire la capacità operativa delle scuole coinvolte. Si poteva fare meglio per qualità e per quantità ora temiamo che a risentirne sarà proprio la qualità del servizio scolastico regionale”, commenta Francesca Bellia segretaria generale Cisl Scuola Sicilia.
“L’assessore regionale all’Istruzione Turano – continua Bellia - poteva fare meglio e di più, se avesse ascoltato e preso a riferimento le proposte definite dai territori. Nel Piano esitato registriamo contraddizioni che possono avere ricadute negative sulla rete scolastiche, visto che la Regione non ha voluto definire un quadro coerente e lineare rispetto alle proposte definite dalle Conferenze, e che per diverse realtà, non tiene conto dei criteri e parametri indicati dalla normativa ministeriale”. “Nel corso dell’incontro, abbiamo ribadito all’assessore che questa sua scelta vanifica lo sforzo di razionalizzazione secondo criteri di equità su cui tutte le conferenze di servizi avevano lavorato, e rischia di inserire elementi di discrezionalità nelle scelte operate”.
Nel frattempo, ha raggiunto 5mila firme in pochi giorni la petizione lanciata su Change.org da Usb scuola contro la scomparsa di 19 scuole a Palermo e provincia
Il Presidente del – SGS - Sindacato Generale Scuola Nino Calandrino afferma fa notare che “in una crisi strutturale come quella che stiamo attraversando – economica, sociale, culturale- c’è bisogno di più scuole, di più collaboratori scolastici, di più docenti, di più assistenti amministrativi, di più DSGA, di più dirigenti scolastici. Non di tagli, non di razionalizzazioni”.
“A Trapani bisogna tenere conto delle istanze espresse dal territorio, solo così si può combattere la dispersione scolastica e l’abbandono precoce del percorso formativo”, affermano i segretari provinciali di Trapani e Castelvetrano Giovanni Oliva e Francesco Napoli.
Nove le scuole tagliate o accorpate in provincia di Trapani, come abbiamo raccontato ieri.
Le organizzazioni sindacali non ci stanno, non chiedono tagli, ma interventi strutturali, in una scuola, quella siciliana, che per lo Svimez non ha risultati lusinghieri. Anzi. La Sicilia è all’ultimo posto in Italia per dispersione scolastica, ed è ultima per asili nido, tempo pieno, mense scolastiche. Il tutto nonostante gli interventi del Pnrr.