
Pista ciclabile di Mazara: tra polemiche, lamentele e scetticismo
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La costruenda pista ciclabile in Città ha prodotto, pochi giorni fa, una conferenza stampa che, molto probabilmente, è stata ritenuta utile per fugare le tantissime perplessità che stanno cogliendo una parte della cittadinanza, in queste ultime settimane.
FONDI EUROPEI PER UN MILIONE DI EURO - “È stato possibile fare questo (avviare i lavori per la pista n. d. a.) - ha dichiarato nel corso della conferenza stampa, il vicesindaco Vito Billardello, tenutasi il 28 novembre scorso in Città - grazie alla capacità progettuale di attingere a fondi esterni. Questa è una opportunità che ci ha dato la Comunità europea: nello specifico è un’opera finanziata totalmente con fondi europei per più di un milione di euro, che viene realizzata, per la prima volta, nella nostra città e collega le due sponde del fiume Mazaro ed i nostri principali litorali, che sono i lungomare S. Vito, Hopps e Mazzini e quello di fata Morgana. Non è un’opera a sé stante perché va ad intercalarsi all’interno di un disegno complessivo”.
POLEMICHE A MAI FINIRE SUI SOCIAL - In uno dei primi passaggi, su cui si è soffermato il secondo cittadino, durante l’incontro con i giornalisti, non poteva mancare l’accenno al mare magno che, ogni giorno, si scatena sui social in relazione a questo argomento. Billardello ha così replicato: “Quanti ciclisti, in molti si sono chiesti, ci sono a Mazara e quante persone utilizzano la bici? Io sposterei la domanda perché il problema non è quante persone, oggi, utilizzano la bici: può essere anche nessuna - continua Billardello - ma un’amministrazione ha un compito importante, una responsabilità, che è quella di creare
quegli strumenti necessari per iniziare un cambiamento culturale”.
ALCUNI DETTAGLI TECNICI - “La pista ciclabile - ha reso noto il Responsabile unico comunale per questo procedimento, Marcello Bua - sarà lunga sette chilometri e 400 metri, già esistenti, si svilupperà “dalla rotonda del Kikis a Bocca Arena lato mare” e sarà “con cordolo di protezione in gomma per una larghezza di 2,5 metri nei lungomare S. Vito, Mazzini e Hopps, fino al parcheggio di piazzale Quinci”; poi si arriverà nella zona del molo Caito ove sarà “ristretta a due metri per piccoli tratti, cosa che è permessa in casi di necessità” arrivando così alla chiatta per l’attraversamento in direzione del lungomare Fata Morgana. Da
quì in poi il percorso si dividerà in due e sarà senza cordoli. I lavori - ha risposto poi il Rup, a specifica domanda - devono essere completati entro dicembre 2023”.
ALCUNI NUMERI DEL CICLOTURISMO IN ITALIA ED IN SICILIA - Danila Scarsi, esperta in marketing turistico, ha snocciolato alcune cifre a sostegno del movimento turistico, strettamente connesso ai viaggiatori in bicicletta: “Più di 4 miliardi di euro è l’indotto del cicloturismo in Italia dal 20019 al 2022, con il raddoppio dei cicloturisti che hanno scelto l’Italia come meta turistica. Nell'Isola - ha comunicato l’esperta - la Regione sta investendo moltissimo” attraverso vari canali: fiere di settore, internet ed altro per promuovere questo specifico settore. Un esempio nella Sicilia occidentale è quello “de ‘la via
dei tramonti’ da Castellammare del Golfo fin oltre Mazara del Vallo, fino al Parco di Selinunte, con una ‘ciclovia’ che non è una pista ciclabile che ha già portato circa 1 milione e 300 mila turisti fino al 2022. L’aumento delle presenze - ha proseguito la Scarsi - è stato del 23% negli ultimi anni; la spesa pro capite è aumentata del 12,5% in Italia e del 13,1% in Sicilia. La Sicilia occidentale ha piste ciclabili per 300 chilometri, l’Italia 12 mila chilometri”.
ALCUNE LAMENTELE - Molti cittadini scettici concentrano le loro perplessità sulla paura legata alla riduzione dei parcheggi posti auto e al traffico caotico che spesso avviluppa le vie cittadine. “Questo avviene in tutte le Città - ha fatto notare il sindaco Salvatore Quinci, raccontando un recente aneddoto nel corso di uno degli ultimi convegni dei Comuni italiani - perché i cambiamenti comportano traumi, è difficile cambiare le abitudini, come l’esempio di Corso Umberto. Noi - ha continuato Quinci, snocciolando altre promesse del programma politico realizzate - non dobbiamo seguire la ‘pancia’ delle persone ma realizzare le cose per le quali siamo stati eletti e che abbiamo promesso in campagna elettorale”.
Alessandro Accardo Palumbo
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