Maurizio Miceli è stato riconfermato alla guida del partito di Fratelli d’Italia in provincia di Trapani, elezione non scontata: il suo competitor Livio Marrocco lo incalzava e a Trapani città ha avuto la meglio. Miceli vince grazie agli oltre 350 voti tributati da Mazara e dall’area di Paolo Torrente, determinante per la riconferma a coordinatore provinciale.
Pronta anche la squadra della dirigenza, adesso c’è da accelerare perché le amministrative incombono e soprattutto la prova delle elezioni europee, del giugno 2024, sarà importante.
Miceli ha voluto ringraziare tutti: “Il successo di partecipazione qualifica ancor di più il valore politico del congresso di Fratelli d’Italia in Provincia di Trapani. 977 volte grazie di cuore a tutti… a chi è riuscito a raggiungere i seggi elettorali nonostante il mal tempo e a chi è stato trattenuto per motivi di lavoro o familiari ma che non è mancato di farmi sentire la sua vicinanza… Grazie al mio/nostro partito che mi ha eletto riconfermando l’importanza del lavoro fin qui svolto se pur a tratti difficile e impervio ma, con questo risultato abbiamo la certezza di una prospettiva migliore che costruisca nei territori e nelle città della provincia, sopratutto le prossime che andranno al voto nel 2024, una valida proposta politica che veda protagonista la nostra classe dirigente: una perfetta sinergia tra l’entusiasmo e le energie dei più giovani e l’esperienza della nostra deputazione Regionale e Nazionale…esperienza, entusiasmo e passione che possono solo alimentare e divampare verso l’avvenire… Grazie al Livio Marocco per avere contribuito con 488 preferenze a questa grande partecipazione democratica di uomini, donne e giovani che lo hanno consacrato secondo… e grazie a tutti i candidati alla dirigenza provinciale per essere stati instancabili portatori sani di volontà e partecipazione rendendo chiaro a tutti dell’esistenza di un partito vivo e presente sul territorio… Grazie ai militanti tutti, nessuno escluso, che abbraccio perché anima profonda e fortissima che testimonia una fede immortale”.
Faranno parte del Direttivo Provinciale Paolo Torrente, Francesco Santangelo, Mirella Stabile, Cristian Farsaci, Parisi, Giusi Piccione, Giancarlo Bonomo, Gaspare Clemense, Davide Brillo, Livio Marrocco, Giuseppe Crimi, Ignacio Drago, Maika Giacalone, Nicola Lentini.
Giampaolo Caruso eserciterà la delega di portavoce della direzione provinciale, si occuperà infatti della comunicazione istituzionale del partito in provincia.
Per la prossima composizione della Direzione Regionale saranno proposti per la Provincia di Trapani: Giampaolo Caruso, Antonio Froiio e Alessandro Fundaró.
E’ stato un congresso dove però sono pure emerse delle critiche, Giuseppe Bica, ex sindaco di Custonaci, si era schierato accanto a Livio Marrocco e il suo intervento al congresso è stato in contrapposizione alla linea Miceli: “A Trapani, alle Comunali, è accaduto che il partito ha registrato la percentuale più bassa in tutto il territorio nazionale. Come si fa a considerare il risultato delle Regionali soltanto guardando al seggio. Ricordo a Miceli che 10 mila voti sono andati alla lista, perché i trapanesi hanno dato fiducia alla Meloni, che altri 10 mila voti sono frutto del mio impegno e dell’onorevole Nicola Catania, mentre il resto della lista, per carità, da ringraziare per il sacrificio, ha ottenuto risultati davvero scarsi. Senza i 10 mila voti di lista, il seggio non sarebbe scattato. Nella lista per il consiglio comunale di Trapani un terzo dei candidati non è andato oltre 10 voti. La mia nomina in giunta è stata decisa a 24 ore dalla presentazione della candidatura. Da uomo di partito ho detto sì, ma doveva essere ben altro il percorso da seguire. Questo non è un congresso ma un votificio, eppure sento, in giro, tanta voglia di fare comunità, di appartenere, ma per farlo bisogna confrontarsi, convocare gli organismi dirigenti per parlare. Non è stato fatto nulla di tutto questo”
Anche l’intervento di Marrocco ha svelato le falle di FdI: “In un partito, l’organizzazione è fondamentale. Ed il partito non si è organizzato. Certo, abbiamo perso le elezioni per diversi fattori ma di certo è stato subito chiaro che non eravamo preparati. L’organizzazione serve per farsi trovare pronti. In una comunità politica come la nostra non può essere delegato tutto alle tessere. Registro una voglia di appartenenza, di confronto che non è stata colta dal nostro coordinatore provinciale. Non c’è stato confronto, le scelte sono state fatte senza coinvolgere il partito. Il risultato è che non siamo visibili, non siamo presenti come sarebbe opportuno nei territori. Eppure siamo il primo partito d’Italia, siamo il partito guida della coalizione di centrodestra e dovremmo sentire questa responsabilità, che impone dialogo, capacità d’ascolto e di mediazione. Non c’è stato nulla di tutto questo. Siamo in ritardo nei territori. Non dettiamo l’agenda delle priorità”.