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26/11/2023 11:11:00

Una nuova edicola a Marsala. Numeri (impietosi) e patti sulle città che leggono

Le notizie belle: una edicola ha aperto a Marsala, me lo disse una mia amica la scorsa settimana, poi qualche giorno addietro corredo fotografico alla nuova e quindi la prova, c’è, ha aperto.

Siamo una Città che Legge in fondo no? E allora cerchiamo di andare in direzione ostinata e contraria e proviamo a far vivere questa realtà - La fortuna di un popolo dipende dallo stato della sua grammatica. Non esiste grande nazione senza proprietà di linguaggio (Fernando Pessoa)
 e conseguentemente nella lettura mi permetto di aggiungere e qui in Sicilia siamo messi non proprio bene.

Qualche settimana addietro il direttore del CEPELL è andato a ricoprire altro incarico al MIC e nelle more di un suo successore, nella Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati a Roma è stato presentato il rapporto su quanto fatto durante il suo passaggio al Centro.


Dati grafici numeri su una serie di azioni in tutta Italia, in mezzo il disastro del COVID, e nonostante ciò tutto è in crescita, un trend che a prima vista appare positivo. Oggettivamente ci sono dati che non possono che essere letti così, dalle Città che hanno ottenuto il titolo di Città che Legge, dalla sottoscrizione dei Patti per la Lettura a molte altre iniziative che secondo il legislatore ( ex lege 15/2020 ) sono previste e in via di attuazione.
La nostra provincia di Trapani, senza ombra di dubbio, è stata tra le più dinamiche su questo fronte: lo fu nel 2020 avendo avuto quattro città ad ottenere il riconoscimento, lo ha ribadito nel 2022 con altre cinque amministrazioni che hanno seguito le precedenti e quindi nove Città che agiscono secondo i dettami della legge - in mezzo un lavoro di tessitura di BiblioTP per concertare reti intercomunali, territoriali per dare ulteriore forza e impulso a ciò che caldamente indica il legislatore. E’ stato sufficiente per alzare l’asticella dal basso? Forse.


Di certo c’è una maggiore consapevolezza dello stato dell’arte, di certo l’ISTAT è impietosa con i dati anno dopo anno nei suoi rapporti sui Dati Lettura, ma siamo qui non ad osservare ma a cercare di fare e aver portato Gli Stati Generali dei Patti per la Lettura a Trapani (plauso all’Amministrazione trapanese) sicuramente è stata una attenzione da parte del CEPELL al territorio, ma il tutto si è chiuso lì.
Partecipare - ripetutamente - a vari bandi emessi dal Centro, ha significato coinvolgere professionalità diverse nella costruzione e ideazione degli stessi, avere numeri impressionanti su povertà educativa e abbandono scolastico ci pongono in testa a classifiche al contrario, eppure siamo sempre arrivati ad una incollatura. Come dire, una pacca sulla spalla e nulla di più.


Poter avere da noi risorse da immettere in questo circuito potrebbe generare un volano incredibile quanto a buone pratiche, ma non ci riusciamo. Poi scorro le oltre sessanta pagine del rapporto e probabilmente dai numeri che leggo, il problema non sono più le realtà private - che giocano un ruolo decisivo e determinante in questa partita - (da sempre e dalla prima ora sostengo che i Patti per la Lettura non possono essere esclusivo traino pubblico come oggi sono, così non funzionano) - ma la Politica deve di concerto con chi lavora sui territori agire su tavoli istituzionali, la provincia di Trapani esprime tre onorevoli all’Assemblea Regionale Siciliana: qui non è un problema di colore ma politico ma tutti dovrebbero farsi parte di questa necessità. Che ascoltino la Comunità, il tema non è affatto banale.

I primi bandi del CEPELL furono emessi con la collaborazione dell’ANCI (associazione nazionale dei comuni di Italia) che sicuramente ha, essendo sui territori il polso della situazione. Le sedi periferiche regionali dovrebbero essere il luogo eletto per portare le nostre istanze, anche con una certa forza, perché francamente arrivare ad una incollatura dal secondo a livello nazionale con un progetto o peggio vedere una Città come Genova (onore e merito ci mancherebbe) ottenere il titolo di Capitale del Libro a scapito di un Sud che ansima, non giova a nessuno.
E’ nelle cose, giochiamo un campionato con handicap enormi noi in Sicilia, e dico che sia giunto il momento di far sentire la voce e far capire che così non si può andare avanti.

Amministrare le Città è diventato un rebus autentico e poco o nulla si fa con le risorse a disposizione sul fronte Biblioteche e azioni correlate: di sicuro devi essere in grado di intercettare bandi nazionali o altre misure che possano colmare quel gap che c’è (ci sono Comuni più piccoli che non sono in grado di accedere e progettare per carenza di personale, altri che non hanno neppure una Biblioteca Civica e lì è il baratro o quasi) con un pezzo di Italia decisamente avanti sul tema.

La materia è complessa e delicata, e citare Pessoa non è esercizio di stile: la politica ha la responsabilità di fare, di ascoltare chi con sacrificio crede in questa strada. Altri, in altre regioni lo hanno compreso da tempo - al sud - noi in Sicilia esprimiamo forse eccellenze che camminano da sole o quasi, ma sembra che tutto ciò non venga vissuto come un problema ed invece lo è e gigantesco.

Lo scrivo da sempre e non mi stancherò: da soli non andiamo da nessuna parte, è FONDAMENTALE una azione solidale e compatta tra la base e la politica per far sentire questa urgenza. I numeri, le cifre di questo rapporto indicano chiaramente che su questo fronte non c’è una visione molto chiara.

Giuseppe Prode