Sbloccata a sorpresa in Commissione Bilancio all’ARS, la riforma che reintrodurrà l’elezione diretta dei presidenti delle Province. E’ stato votato l’emendamento che assicurerà parte della copertura finanziaria alla legge voluta dal presidente Schifani e che consentirà l’approvazione finale.
Il voto dell’ARS dopo il passaggio in commissione Affari Istituzionali, è previsto nei prossimi mesi, tra fine anno e gennaio. Tutto però dipenda da Roma, dove si dovrà approvare la stessa riforma.
10 milioni stanziati - L’emendamento approvato dalla commissione Bilancio stanzia la somma di 5 milioni per finanziare la riforma. Il governo Schifani aveva già messo nel testo base 5 milioni. Visto che il budget annuale per pagare presidenti, assessori e consiglieri provinciali è stimato attorno ai 20 milioni, si potrà votare entro giugno, per poi far entrare in funzione le amministrazioni Provinciali nel secondo semestre del 2024.
La legge finanziaria dovrà metterà gli altri fondi - Poi la legge finanziaria regionale dovrà stanziare tutti i 20 milioni necessari al 2025. Questo il piano del governo. Sbloccata la situazione ora si aprirà il dibattito sulla data delle elezioni. Schifani e FdI sembrano orientati all’election day, in concomitanza con le europee,
Il Pd dà il via libera - «È una buona notizia la volontà politica, praticamente unanime, di accelerare il percorso in Parlamento - le parole di Fabio Teresi, dirigente del Pd e candidato alla carica di presidente della Provincia di Palermo -. Adesso tocca alla politica e per quello che ci riguarda alla coalizione di centrosinistra: acceleriamo su programma e classe dirigente per non trovarci impreparati alla sfida della prossima primavera».
Sindacati favorevoli - Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, e Totò Sampino segretario della Uil Fpl «solo così sarà possibile ristabilire la diretta responsabilità politica nei confronti degli elettori. È necessario, però, che vengano definite le funzioni da attribuire a questi enti e che vengano assegnate risorse e dotazioni organiche adeguate.
Anche la Lega ha sostenuto la riforma in commissione con Marianna Caronia: «Abbiamo spinto molto per arrivare a questo risultato, intestandoci anche un’azione forte a Roma dove in Parlamento è già stato approvato un nostro emendamento alla legge di Bilancio che elimina il taglio finanziario per gli enti locali”.
Per il M5S la riforma è carta straccia se non passa a Roma - “Il centrodestra festeggia l’approvazione del ddl Province in commissione bilancio ma dimentica un piccolo particolare: La reintroduzione dell'elezione diretta dei presidenti delle Province è carta straccia finché non avverrà il superamento della legge Del Rio che spetta al parlamento nazionale al Governo. Come faranno ad evitare il rischio impugnativa? Ancora oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta, nonostante più volte abbiamo posto il quesito al governo regionale”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle componenti della Commissione Affari Istituzionali Martina Ardizzone e Angelo Cambiano e Nuccio Di Paola della Commissione Bilancio, a proposito del parere positivo all'emendamento dell'assessore all'Economia Marco Falcone (Fi), che prevede nuovi stanziamenti per indire le elezioni per ripristinare gli organi politici negli Enti di Area Vasta.
“A Roma - spiegano i deputati - pare non vi sia traccia di questa volontà; la manovra di bilancio adesso in discussione non ha previsioni di spesa in funzione della riforma sulle province, il che ci fa facilmente intuire che il governo Meloni ha rimandato l’argomento a data da destinarsi. A questo punto, non comprendiamo le volontà del governo Schifani. Giungere ad indire le elezioni, sulla base di accordi informali tra Roma e Palermo, senza che la Delrio sia stata ribaltata, rischierebbe di scatenare contenziosi su contenziosi fino alla pronuncia dell’incostituzionalità. Morale, per la bramosia del centrodestra di aumentare poltrone, andiamo incontro all’ennesima impugnativa” - concludono i deputati M5S.