"Il 25 Novembre scendiamo tutti in piazza. Soprattutto gli uomini". Lo dice la regista e sceneggiatrice siciliana, Emma Dante.
"Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E dobbiamo scendere tutti in piazza. Donne e uomini. Anzi, soprattutto gli uomini. Sono loro i primi a dover dire una volta per tutte basta alla violenza contro le donne, loro i primi a dover sensibilizzare gli altri uomini, a esortare la fine di questa sanguinosa, infinita Spoon River delle donne». Emma Dante, 56 anni, regista di teatro, lirica e cinema, attrice e autrice, da sempre in prima linea nella denuncia della violenza sulle donne. commenta con queste parole sul Corriere della Sera (qui l'intervista) la tragica fine di Giulia Cecchettin, 22 anni.
«Penso che serva parlarne e dedicare tempo a questo orrore. Ogni giorno va sempre peggio, ogni giorno c’è un femminicidio. Sono molto addolorata, e spaventata. È una strage infinita. Giulia aveva solo 22 anni...» dice. E poi aggiunge: «La violenza contro le donne è una manifestazione di rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, l’imposizione del potere maschile. Un dramma che non è fatto privato ma pubblico; un dramma che investe tutta la comunità e non può essere estirpato se non smantellando quella cultura maschilista e patriarcale ancora presente nel nostro Paese. Per prevenire dobbiamo partire dalla scuola e dalla famiglia, che dovrebbero intervenire educando, da bambini ma ancora di più da adolescenti. Il cambiamento culturale parte da lì».
Infine conclude: «Penso che bisognerebbe cominciare a punire con maggiore severità reati contro la persona come lo stalking e lo stupro, che altro non sono che l’anticamera del femminicidio. Personalmente considero lo stupro una forma di omicidio. La violenza sessuale fa parte di quell’idea malata di possessione del corpo e dell’anima, e sono convinta che uccida una parte della donna. Dobbiamo tenere sveglie le coscienze».