Acqua a Mazara. I cittadini per il dissalatore (e contro il denitrificatore)
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Dissalatore sì, denitrificatore no, dopo appena poche ore dalla consegna dei lavori per l’impianto di supporto all’abbassamento dei nitrati in alcuni pozzi d’acqua comunali. È questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’ultimo comunicato inviato agli organi di stampa, nei giorni scorsi, dal Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo.
CONSEGNA DELLE FIRME AL SINDACO - Per tale ragione - fanno sapere dal ‘CoCRIAM’ - sarà consegnata, in settimana, una lista di firme - relativa alla campagna ‘Sì al dissalatore’ - al sindaco Salvatore Quinci.
LA NOTA STAMPA - “La speranza - scrivono i volontari del Comitato - è affidata ai cittadini con la consegna delle firme della campagna ‘Sì al dissalatore’. Siamo una cellula dello stesso corpo. Mille azioni simili alla nostra, vengono fatte nei più disparati spazi dove vivono cittadini che sentono e soffrono l’ingiustizia sociale, la privazione dei beni essenziali, la paura per la qualità della vita, che si sta sempre di più deteriorando. Acqua, aria, terra attaccati da un uomo rapace che guarda all’oggi e non al domani, che depreda più che salvaguardare”.
“NON DEMORDIAMO” - “Non demordiamo - afferma Silvana Mannone del ‘CoCRIAM’ - perché siamo nel giusto e siamo tanti, che, pur agendo su pezzi di modo ammalato, mirano al risanamento dello stesso tutto. Non possiamo continuare a rimanere inascoltati. La massa cresce. Si dovrà pure accorgere, chi governa, che fuori dai luoghi delle decisioni prolifera una opposizione. In questo grande quadro abbiamo inscritto la nostra campagna ‘Sì al dissalatore’.
SEI MESI DI LAVORO PER TRE MOTIVAZIONI - “Un lavoro di sei mesi - prosegue la nota stampa - e che perdura, nelle piazze e nelle vie della città, sotto il vento e la pioggia, sotto il sole e con il caldo. Le ragioni dell’ostinata richiesta di un dissalatore, al posto del denitrificatore, voluto dall’amministrazione, si possono sintetizzare in tre: 1.Il dissalatore preleva acqua dal mare e scarta sale, il potabilizzatore preleva acqua inquinata e scarta inquinanti; 2.Il dissalatore non sottrae acqua dal sottosuolo, il che, in tempo di siccità, è un bene, il potabilizzatore sottrae acqua dal sottosuolo, il che, in tempo di siccità, è un male; 3.Il dissalatore fa riposare la falda, inquinata da nitrati e riduce il processo di nitrificazione dell’acqua, il potabilizzatore stressa la falda inquinata da nitrati e aggrava il processo di nitrificazione dell’acqua”.
SOLDI SPRECATI PER UN IMPIANTO GIÀ VECCHIO - “La campagna ‘Sì al dissalatore’ - proseguono i volontari - ha voluto anche denunciare lo spreco di denaro pubblico per la realizzazione di un impianto con tecnologia obsoleta, da adeguare al verificarsi dell’aumento dei nitrati nell’acqua - fenomeno già registrato - e la sua ridotta utilità, visto che fornirebbe acqua potabile alla sola zona di Tonnarella e Trasmazzaro, mentre la zona est della città è già colpita dallo stesso fenomeno di inquinamento”.
NESSUNA ALLEANZA PORTATA ALL’ATI - “La cosa più grave - afferma il ‘CoCRIAM’ - che viene imputata al sindaco, è quella di non aver portato in ATI (Ambito Territoriale Idrico) la questione nitrati come con enfasi si era impegnato a fare, di non voler cercare ancora una alleanza con i sindaci dei comuni di Petrosino e Marsala, comuni nei quali si registra lo stesso fenomeno, al fine richiedere finanziamenti adeguati alla realizzazione del dissalatore. Non vediamo un sindaco che assume pienamente il ruolo che gli compete in ATI, che dà incarichi di progettazione per chiudere lo spazio a Siciliacque, azienda che si presenta come “salvatrice dell’umanità quando si impegna a portare acqua da Monte Scuro ai tre comuni, mentre non fa altro che i suoi interessi, ricevendo lauti finanziamenti per le opere che intende realizzare e per lucrare in seguito, con la riscossione delle salate bollette che sa emettere”.
UN DISSALATORE PER I TRE COMUNI - È questo ciò che chiedono a gran voce i volontari del ‘CoCRIAM’, un dissalatore per i tre comuni “con lo stesso finanziamento ottenuto da questa azienda privata, lascia l’acqua in mano ai sindaci, da gestire nei singoli comuni. Di fronte alla soluzione arretrata e miope, che il sindaco si appresta a mettere a segno, il ‘CoCRIAM’ oppone una soluzione avanzata e che si colloca in un orizzonte spazio-temporale ampio. Oggi - conclude il Comitato - solo una opposizione forte, un'alzata di testa dei cittadini dei tre comuni, uniti, può fermare la spavalda avanzata di Siciliacque a privatizzare l’acqua che per natura è pubblica”.
ANALISI SULL’ACQUA DEL ‘SINDACO’ AL PALO DAL 27 LUGLIO - A foraggiare malumori e preoccupazioni, intanto, si aggiunge la mancata tempestività di dati disponibili per la cittadinanza relativamente alle analisi chimico fisiche sui pozzi, dai quali viene emunta la preziosissima risorsa liquida: l’acqua potabile comunale. Sul sito istituzionale del Comune di Mazara le analisi sono ferme al palo da oltre tre mesi. Ricordiamo che tali dati sui prelievi dalle acque comunali, sono pubblici e pubblicabili con nessuno sforzo, come già fatto in precedenza, sulla pagina web dell’Ente cittadino, dedicata all’uopo. Perchè non si provvede ad aggiornare la pagina con i dati delle analisi?
Alessandro Accardo Palumbo
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