Scateno De Luca a ruota libera ieri durante l’assemblea organizzativa regionale di Sud chiama Nord, che si è tenuta al Federico II di Enna. Guarda alle europee e alla data del 4 marzo, a Roma si terrà l’assemblea nazionale del partito, nel frattempo metterà mani ai coordinamenti.
De Luca solo qualche giorno fa, in una delle sue dirette, ha lanciato affondi contro Totò Cuffaro, che a sua volta aveva preso di mira il deputato Ismaele La Vardera per avere sollevato la questione dell’assessore Nuccia Albano, figlia di un boss mafioso.
Il leader di Sud chiama Nord ci va pesante su Cuffaro: “Tu sei lo stupratore della Sicilia. A me la mafia fa schifo, a te no. Una differenza abissale. E’ possibile che devi colpire La Vardera solo perché ti ha smascherato. Tu hai inserito Nuccia Albano dopo le elezioni perché non hai avuto il coraggio di farlo prima perché altrimenti sarebbe uscita prima la storia. Nuccia Albano è una tua creatura”.
De Luca difende il suo deputato contro Cuffaro: “Cambia linguaggio perché non siamo dello stesso lignaggio”, poi si chiede come mai il presidente della Regione, Renato Schifani, sta in silenzio: “Batti un colpo”.
Alla assemblea di ieri pomeriggio il deputato La Vardera ha poi sottolineato che il movimento è vivo, che non ci sono scissioni e scossoni: “Chi ha deciso di fare altre strade è un problema loro, voi ci avete lasciato qui e ci ritrovate qui. Abbiamo un percorso unitario, è importante radicarci. Cateno tu hai una grande colpa: lavori troppo”.
L’intervento conclusivo di De Luca è stato lungo, a braccio, non ha mai abbassato i toni: “Noi non abbiamo mai stuprato questa terra, se fosse stata messa nelle condizioni di esprimere le sue potenzialità avrei destinato il mio tempo a fare ben altro. Quello che mi fa rabbia è che ancora gli stessi personaggi che sono i responsabili dello stupro degli ultimi 40 anni pretendono di spremere l’ultima goccia di sangue che è rimasta”.
Poi il riferimento a Dafne Musolino, senza mai citarla: “Qualcuna non ha aspettato nemmeno che il gallo cantasse una volta per tradirci. Questo fa parte della miserabilità umana, della ingratitudine”.
Cita De Luca l’esperienza delle ultime elezioni nazionali: un movimento autonomista, fuori dagli schieramenti politici, è riuscito a portare in Parlamento una senatrice e un deputato, oltre a raggiungere percentuali importanti in Sicilia. Poi la stoccata a Raffale Lombardo, leader dell’MPA: “Non può continuare a parlare di autonomia, dopo che abbiamo fondato l’MPA, dopo che siamo stati venduti ai centralisti di mestieri”. L’accordo con Matteo Salvini e Lombardo è un accordo stonato, secondo De Luca: “Il mio sogno è di riscattare la mia Sicilia, non ce lo impediranno né Cuffaro né Lombardo”.
Occhi puntati ora alle elezioni europee per Sud chiama Nord, necessario per questo organizzare il movimento con i comitati, avviare il tesseramento, aggregare sui territori, l’obiettivo è avere 50 mila tesserati in tutta Italia, formale il coordinamento giovanile.
In chiusura altro affondo alla Musolino e a Renzi: “La Musolino ha preso la prima volta 270 voti nel 2013, poi si è candidata in una delle nostre liste, nel 2018, e ha preso 200 voti, poi si è candidata da assessore uscente e ha preso 500 voti e poi magicamente ha preso 260 mila voti per le nazionali. Due mesi dopo che ne ha preso 500. Mentre noi siamo soggetti legittimati dal popolo Renzi per ottenere la stessa cosa ha dovuto fare un sacco di tradimenti politici, da buon maestro di palazzo”.
Infine l’appello ai dirigenti: “Organizzatevi in ogni Comune, iscrivete i vostri simpatizzanti, in giro c’è tanta gente che ci ha votato, ora la responsabilità è di ciascuno di voi. Il percorso è tracciato e vi do appuntamento sui territori”.