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29/10/2023 18:00:00

Il sacrificio dei giornalisti per raccontare la guerra e la mafia...

 Il sacrificio dei giornalisti. In questi giorni del conflitto in Palestina, nella Striscia di Gaza ne sono morti 29 e anche grazie al loro racconto che siamo informati su ciò che sta accadendo, degli oltre 7.000 morti, di cui 2.500 sono bambini. Sono 12 quelli morti in Ucraina nei 19 mesi di conflitto.

Sempre in uno scenario bellico, morì Maria Grazia Cutuli, catanese assassinata in Afghanistan nel 2001. Quasi nessuno conosceva i primi due uccisi nel 2023, entrambi in Camerun. Erano Ola Bebe, conduttore radiofonico e Martin Zogo, direttore dell’emittente privata “Amplitude FM”. Zogo, in particolare, stava lavorando a un’inchiesta sull’appropriazione indebita di fondi pubblici e per il suo omicidio è stato arrestato uno degli imprenditori più noti del Paese. Reporters Sans Frontières-RSF- ha parlato di crimine di Stato.

I siciliani ricordano Mario Francese ammazzato dalla mafia nel 1979, fu l'unico a intervistare la moglie di Totò Riina, Antonietta Bagarella, sorella del boss Leoluca - detto Don Luchino -. Si rammentano gli altri cronisti siculi caduti per mano della mafia: Beppe Alfano, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Pippo Fava. Peppino Impastato che abitava a Cinisi a cento passi di distanza tra casa della sua famiglia e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti,mandante del suo omicidio e che hanno ispirato il film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana e il movimento politico omonimo fondato dal figlio di un giornalista ucciso dalla mafia, il menzionato Pippo Fava, sulla tomba del cinisense l'epitaffio: "Rivoluzionario e militante comunista - Assassinato dalla mafia democristiana".

Mauro Rostagno è conosciuto nella nostra provincia perché ucciso a Valderice, fu uno dei fondatori della comunità socioterapeutica Saman, aveva affermato: "Io sono più trapanese di voi perché ho scelto di esserlo". Poi c'è chi 'vive' sotto scorta, il pensiero corre a Paolo Borrometi, modicano classe 1983, dal 2014 sotto 'protezione', diversa ma è comunque una immolazione. Ovviamente come qualsiasi categoria ha i suoi 'peccatori mortali', ma è indubbio il tributo pagato nel tempo, che ha determinato il sacrificio dei giornalisti.

Vittorio Alfieri



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