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28/10/2023 06:00:00

Custonaci. Consigliere comunale in carica indagato per mafia, le intercettazioni

 Si chiama Alberto Oddo l’attuale consigliere comunale di Custonaci, indagato nell’operazione antimafia che ha portato a 21 arresti tra Custonaci, Valderice e Trapani. Tra gli indagati a cui non è stata applicata alcuna misura cautelare, oltre al dottor Giuseppe Morfino, ex sindaco della città, e l’ex assessore Giovanni Battista Campo, c’è dunque anche il consigliere Oddo. Che non è un ex, dal momento che è stato eletto nella maggioranza dell’attuale sindaco di Custonaci, Fabrizio Fonte. Quest’ultimo invece non ha nulla a che fare col blitz del 24 ottobre scorso.

Per il Pm che ne aveva chiesto l’arresto, Oddo farebbe parte della famiglia mafiosa di Custonaci. E avrebbe “mantenuto – si legge nella relativa ordinanza – attraverso incontri riservati e il continuo scambio di comunicazioni, un costante collegamento con gli associati, finalizzato, tra l’altro all’acquisizione e gestione in modo diretto o indiretto di attività economiche, al condizionamento dell’azione amministrativa comunale, al controllo del territorio, al sostegno economico agli associati detenuti ed al procacciamento di voti in occasioni delle competizioni elettorali”.

Ma il Gip non ha accolto la richiesta di applicazione della misura cautelare, ritenendo i fatti descritti non sufficienti per indicare la sua compartecipazione nell’associazione mafiosa.

 

I fatti però si riferirebbero ad un unico episodio particolare.

 

Il 19 aprile 2020, nel territorio di Custonaci, viene rubato un carrello-rimorchio con una piccola cisterna sopra. Ad Oddo viene affidato l’incarico di individuare l’autore del furto. L’investigazione va a buon fine, lo trova e lo porta al cospetto del boss Peppe Costa. Si tratta di un ragazzo di 16 anni, F.F., che aveva partecipato al furto e che Costa interroga alla presenza dello stesso Oddo che non si limita ad assistere passivamente e rivolgendosi al ragazzo, dice: “Senti qua a me… parla tu dai… tu ci devi dire la verità a Peppe, mi hai capito?... Senti qua a me pri… prima che parli tu… io stamattina ci ho detto a Peppe… qua… a Paolo…”.

 

Costa invece spiega al sedicenne che “Con i carabinieri uno si deve fare negativo... Ma con i cristiani… con i cristiani uno… con i cristiani uno può parlare e dirci… me la sono presa io… buono… copriamola e abbiamo finito… perché poi succedono altri discorsi…”.

E ancora, sempre Costa: “Comunque io… per esperienza ti ripeto… uno con i cristiani… che tu capisci dice… Betto (Alberto Oddo, ndr) io ci ho fiducia… e… succedono queste cose… perché non è ti pare… aspè… succedono pure a me a cinquant’anni figurati a te a sedici anni… fammi capire… però… se io sbaglio… anche a cinquant’anni… vado da Betto e ci dico… Betto sai… mi è successo questo… vediamo di ‘cuppunare’ (sistemare, ndr)… perché quello è un amico… e “finìo”… se quello è un carabiniere… quello deve dire… io non so niente punto e basta… e ‘finìo’ (finisce così, ndr)… ehm… perché io mi sono fatto ventuno anni di carcere vedi ah?”

Te lo diciamo - Costa usa il plurale, riferendosi evidentemente anche ad Oddo – per il bene tuo… no per il bene mio… perché a me la vita che cazzo mi deve dare di più!”.

 

Alla fine, l’“interrogatorio” dà i suoi frutti, perché il ragazzo indica dove ritrovare il mezzo rubato. E dunque viene rilasciato con le consuete raccomandazioni, dispensate anche da Oddo: “Allora… tu con noialtri non ci hai parlato…”.

 

Certo, il Gip afferma che questo episodio da solo non basta a configurare l’appartenenza del consigliere comunale alla famiglia mafiosa e al momento non siamo in presenza di alcuna condanna, nemmeno di primo grado. Ma ci troviamo di fronte ad un politico (eletto nella maggioranza a favore dell’attuale sindaco) che, insieme ad un mafioso, ha interrogato un ragazzo che aveva partecipato al furto di un mezzo. Questo, a prescindere dalle risultanze giudiziarie, è un dato di fatto venuto fuori dalle intercettazioni che, forse, dovrebbe essere valutato dalla politica.

 

Egidio Morici



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