Caro direttore, dopo che è circolata la notizia in questi giorni che l’onorevole Marta Fascina ha partecipato dal 13 ottobre 2022 al 30 giugno 2023, su 2240 votazioni, solo 17 volte, pari allo 0,76%, ho riletto la sua accorata lettera che le ha inviato. A quelle riflessioni che avevo fatto appena pubblicata, ne aggiungo altre, che sono le seguenti. La prima riguarda non solo e non tanto il comportamento della deputata, che in teoria e come regola avrebbe dovuto suscitare biasimo per le sue assenze, i suoi silenzi, la sua quasi totale inesistente attività di parlamentare, così come è stato giustamente rilevato nella lettera, quanto e soprattutto il comportamento di coloro che l’hanno votata. Trovo perciò ingiusto e sproporzionato l’invito a dimettersi. Si tratta sempre
di una persona che si è presentata a una competizione elettorale con un programma chiaro e coerente e non solo “perché suo padre la portava lì ogni tanto in vacanza, da bambina”.
Ma perché (lo sottolineo senza ironia e senza voler prendere le sue difese) ha detto, non so quanto sinceramente, che la “Sicilia è una regione meravigliosa …. Una regione dalle innumerevoli potenzialità ma che andrebbe sostenuta e aiutata a essere resa più attrattiva”. La seconda riflessione dipende dalla prima: se non sono state queste le parole a convincere la stragrande maggioranza a votarla, ma la decisione di essere stata imposta dall’alto, ci sono molti buoni motivi per essere preoccupati. Indipendentemente quindi dal collegio “sicuro”, come quello di Marsala, la vera questione interessa i cittadini e i votanti della Sicilia e su questo chiedersi se il loro consenso nasce da una valutazione politica o da un tornaconto, da un interesse personale o di appartenenza. Bisogna sempre ricordarsi che in una indimenticabile tornata elettorale, la Sicilia ha fatto vincere il centro destra, capeggiato da Berlusconi, 61 a zero. (Qui le risposte surreali di Micciché a Report)
E vengo alla terza considerazione. Ma siamo proprio sicuri che una volta che l’onorevole Marta Fascina dovesse decidere o dovesse convincersi, magari a seguito del suo invito, a lasciare il suo seggio, e in questo caso, ci sarebbero le elezioni suppletive, le cose, come, per incanto, cambierebbero? Faccio mia, anche qui senza ironia, la frase profetica dell’articolo: “(La Sicilia) è una terra che ha regalato sempre grandi soddisfazioni a Forza Italia. Confido, conclude, che continuerà a farlo”. Sa che gli elettori di Marsala quando saranno chiamati alle urne non mancheranno di fare questo regalo, se non proprio a Forza Italia, alla destra, quella destra che peraltro sostiene l’attuale sindaco e la sua giunta che, nonostante la permanenza quotidiana dei suoi rappresentanti nel territorio, brilla per la sua latitanza e per la sua evidente carenza e inefficienza nel risolvere i problemi, dai più semplici ai più urgenti di cui ha bisogno la città e che riguardano anche quelli che li hanno votati.
Filippo Piccione