Ospedali in crisi perenne, reparti che funzionano a singhiozzo, sale operatorie che non sono del tutto a regime. La carenza di medici crea una sacca di incertezza che si riversa sui pazienti, con gravi danni.
Quello che sta accadendo alla sanità siciliana è stato annunciato già da anni, solo che nessuno ha mai messo davvero e seriamente mani alla faccenda.
Adesso, che i medici scappano verso il privato, gli ospedali non funzionano più, ledendo il diritto costituzionalmente garantito della salute.
Un dramma che si consuma nel dramma, soluzioni solo tamponi ma che non risolvono alcun tipo di problema.
Dopo l’addio del primario di ortopedia a Villa Sofia di Palermo il caso è scoppiato un pò ovunque in Sicilia. A lasciare quel reparto non solo il primario, Massimiliano Mosca, ma anche due specializzandi, con conseguente stop agli interventi.
La politica però non è in grado di dare risposte sufficientemente adeguate ai problemi, il cancro sanità è in metastasi e le cure adoperate finora non sono quelle giuste.
Impantanati come sono nel gestire le nomine dei manager, a spartirsi la maggioranza di governo, in totale ci sono 18 nomine, Fratelli d’Italia è pronta con i suoi 7 nomi, pare che richiederebbe anche l’ASP di Trapani, Forza Italia ne vorrebbe 5 manager di riferimento, a Dc e MPA-Lega ne spetterebbero 2.
Sul dibattito è intervenuto anche Ruggero Razza, ex assessore alla Salute del precedente governo guidato da Nello Musumeci, la boutade di Totò Cuffaro sul sorteggio evidentemente non piace a nessuno: “La procedura di nomina dei direttori generali, stabilita dal decreto Lorenzin, individua le regole e impone prima una selezione, poi una scelta discrezionale come accade per le nomine di “alta amministrazione”. Si può procedere con un “sorteggio”, come proposto dalla Dc? La risposta è ovviamente no. E non perché si tratta di una simpatica boutade che serve magari a fare dibattito sui giornali, ma in quanto la eventuale difformità con le procedure previste dalla legge determinerebbe l’inevitabile insorgere di più contenziosi di ordine amministrativo”.
Ci va cauto Gaetano Galvagno, presidente dell’ARS, che in una intervista afferma di riporre fiducia nel presidente Schifani ma: “Sarebbe forse più prudente attendere la conclusione delle selezioni per i direttori sanitari e amministrativi”. Galvagno poi introduce un elemento di novità sempre nella stessa intervista: “Vorrei che si riflettesse su un dato: le selezioni che riguardano gli elenchi degli idonei al ruolo di direttori sanitari e amministrativi, nomine che spettano ai dg, non sono ancora andate a termine. Chiederemo al presidente di riflettere se sia il caso di nominare dei direttori generali che non avrebbero ancora la possibilità di espletare in pieno le loro funzioni. Forse sarebbe meglio, anche per ragioni di opportunità, attendere due settimane o un mese informandosi prima sulla conclusione delle selezioni in corso. In questo modo le scelte sarebbero più semplici e agevoli”.
Insomma, il 31 ottobre si avvicina e pure la proroga.
“L’annunciata chiusura del reparto di ortopedia di Villa Sofia a causa dell’esodo di massa dei medici verso il privato e l’arrivo di personale dal Policlinico, chiamato a sopperire tale criticità, è l’ennesima pagina di mala sanità regionale”. Ad affermarlo è Fp Cgil Sicilia. “Il trasferimento di medici, specializzandi e personale sanitario dal Policlinico a Villa Sofia sarebbe la soluzione tampone decisa dall’ Assessorato regionale in un decreto che sarà firmato oggi. Una situazione – affermano i vertici della Funzione Pubblica - che dà il senso della situazione di sbando in cui versa la sanità siciliana e questo mentre lo stesso Assessorato chiede agli ospedali a gestione privatistica di aumentare i posti letto e le prestazioni ortopediche con il riconoscimento di un extrabudget. È l’ ennesimo episodio di reparti chiusi – spiegano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e la Segretaria regionale, Monica Genovese - conseguenza della mancata programmazione sanitaria e dalla deriva verso il privato. Si proceda subito con le nomine dei direttori e si metta un punto a questo intollerabile spettacolo per le poltrone. I problemi di organico non si risolvono chiedendo personale in prestito alle altre aziende, ma assumendo, investendo budget. E convenzioni di questo tipo – concludono Agliozzo e Genovese - richiedono il confronto con le Organizzazioni sindacali che in questa circostanza non sono state interpellate e chiamate in causa”.