La buona letteratura non genera mostri, non semina odio né lo alimenta. Crea turbamenti, certo, inquietudini necessarie per cercare di comprendere meglio l'umanità, i suoi limiti, le debolezze e persino le più infime bassezze che l'attraversano. I libri che creano proseliti, radicalizzano sono quelli che altri uomini usano come precetti necessari, distorcendone la vera essenza. Posticipare la premiazione di un libro perché racconta di uno stupro per mano di soldati israeliani mortifica la letteratura, ridicolizza quanti organizzano la Fiera del libro di Francoforte, uno dei più grandi raduni del settore editoriale mondiale. Anche in questo caso si sono create le inevitabili fazioni tra chi ha espresso solidarietà e vicinanza alla scrittice palestinese Adania Shibli, e chi invece ha deciso si ritirare la partecipazione alla fiera. A quanto pare neppure la letteratura, quella che dovrebbe creare ponti, è riuscita a fare il miracolo. Verrebbe da chiedersi allora a cosa serve se non assolve al compito di rendere migliore l'essere umano. Mi piace pensare che gli addetti ai lavori siano quelli che leggono meno, i signori del marketing, quelli che pesano ogni cosa con il bilancino del profitto, che tremano dinnanzi all'ipotesi di un incidente diplomatico con conseguente perdita di credibilità che sempre traducono in soldoni.
Il tema dello stupro non risparmia nessuna etnia, stavolta i soldati erano israeliani, altre volte palestinesi, ma l'elenco è lungo e insopportabile, il solo fattore ricorrente sono le vittime: donne. E di questo parla il romanzo della Shibli, Un dettaglio minore, diviso in due parti, la prima racconta il fatto realmente accaduto, mentre la seconda parte scandaglia l'universo femminile con le sue ossessioni, intuizioni e complessità. Il tutto partendo appunto da un dettaglio minore, ossia ciò che in psicoanalisi può far schiudere l'universo dell'inconscio. Nessun lettore smaliziato e consapevole si sognerebbe mai di odiare gli ebrei solo perché si è imbattuto in questa storia, l'odio ha radici più profonde e l'unica speranza è proprio quella che potrebbe vedere protagonista un cambio culturale, dopo aver restituito alle popolazioni il diritto di autodeterminarsi.
Il cambio culturale richiede coraggio, investimenti senza ritorni in termini economici, ma nulla di tutto ciò si scorge all'orizzonte, i signori del mercato possono dormire sonni sereni, non saranno i lettori, neanche i più voraci, a cambiare il mondo, sono solo una minoranza sparuta destinata peraltro all'estinzione. La profezia di Huxley potrebbe già essere in atto, la civiltà post moderna è devota ormai solo alla tecnologia, presto nessuno sarà più interessato a leggere libri. Resteranno solo quelli che i libri li brandiscono, declinati al singolare, quelli che nel nome di un libro, e solo quello, incitano all'odio e alla violenza, gli ermeneuti della discordia tra gli uomini.
Consigli per la lettura: Un dettaglio minore di Adania Shibli edizioni La nave di Teseo
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