Con la promessa bonifica dalla posidonia del porto di Marinella di Selinunte eravamo rimasti all’annuncio del pescatore Giacomo Russo, presidente del Comitato “Sacro Cuore di Maria” che, alla fine dello scorso agosto, a Castelvetrano News, aveva detto: “Se entro la metà di settembre non vedremo i mezzi venire qui a fare il dragaggio come era stato promesso, riunirò i pescatori e andremo a trovare l’assessore Aricò in assessorato”. Ma, a quasi un mese dalla scadenza dell’ultimatum, alla sede dell’assessorato di Palazzo d’Orleans a Palermo non s’è visto nessuno.
Sarà perché, pochi giorni dopo, l’onorevole Nicola Catania li aveva messi in riga, raccontando in una nota come la decisione di procedere con urgenza ai lavori fosse stata presa nell’aprile scorso, ma che, “con la stagione estiva alle porte si è deciso, di comune accordo tra Regione, Comune e marineria, di intervenire dopo agosto”. Un messaggio molto chiaro: c’è poco da lamentarsi, l’avete voluto anche voi.
Ma da allora è passato quasi un mese e mezzo e la posidonia è ancora lì.
Ecco perché martedì scorso qualcuno che ha chiesto conto all’assessore Aricò c’è stato. Non un pescatore, ma l’onorevole 5 Stelle Cristina Ciminnisi, che da tempo segue la vicenda partecipando anche ai tavoli tecnici. Nell’aula del consiglio regionale, ha fatto presente all’assessore che i lavori promessi non sono ancora partiti. Ed Aricò ha risposto che nei prossimi giorni la giunta delibererà il finanziamento da 200 mila euro per la rimozione della posidonia.
“Spero che non si tratti di una promessa per stemperare il dibattito d’aula e che l’esecutivo sia conseguente alle parole”, ha risposto la Ciminnisi, aggiungendo che la consolidata esperienza della marineria selinuntina porta a prevedere che, dal prossimo mese di novembre, la situazione peggiorerà a causa di mareggiate e correnti invernali “che torneranno a portare all’interno del bacino portuale tonnellate di posidonia”.
L’onorevole pentastellata ha ricordato anche che il problema potrà essere risolto definitivamente con interventi più complessi e articolati sull’intero bacino portuale e sui moli, ma “nel frattempo è indifferibile l’intervento urgente garantito cinque mesi fa ma ancora inattuato”.
Non ancora attuato, nonostante si tratti di “somma urgenza”, un regime burocratico che consente di affidare i lavori senza gara d’appalto, consentito in circostanze dal “carattere imprevedibile che non consentono alcun indugio”. Ecco, dopo più di cinque mesi, qualche dubbio sul concetto di indugio rimane. Così come anche sul concetto di imprevedibilità. Ma anche qualche certezza: una su tutte è che, in tutto questo tempo, di bandi se ne sarebbero potuti fare più di uno.
Invece, ad oggi, quelle 200 mila euro sono ancora un annuncio. Manca la delibera.
Però “nei prossimi giorni”…
A meno che non “risolva” tutto l’onorevole Nicola Catania, con una telefonata al presidente Schifani, come ha fatto con la richiesta di riattivazione del campo migranti a Campobello di Mazara.
Egidio Morici