Allontanato perché “ospite non gradito” alla tre giorni di Fratelli d’Italia sul turismo in Siciilia, a Brucoli: è quanto riferisce il giornalista de “La Sicilia” Mario Barresi. In un post sul suo profilo Facebook Barresi racconta di essere stato invitato a lasciare la sala in cui si stava svolgendo un buffet, in cui avrebbe dovuto intervistare il presidente della Regione Renato Schifani, e di essere stato accompagnato all’uscita.
Nessuna replica è ancora giunta da Fratelli d’Italia sull’episodio.
In un corsivo che ha dedicato all’episodio su “La Sicilia”, lo stesso Barresi racconta di avere lasciato il resort in seguito all’invito del direttore e di essere tornato poco dopo, per continuare a lavorare e seguire i lavori del convegno sul turismo. “Con una nuova consapevolezza – scrive il cronista – adesso, per citare gli unici trascorsi professionali dell’organizzazione, in determinati eventi politici bisogna essere ‘in lista’. Come quando andavo in discoteca”.
In una nota, l’Assostampa di Catania esprime solidarietà a Mario Barresi. “Un grave gesto – si legge nel comunicato del sindacato dei giornalisti – che preoccupa e inquieta l’intera categoria. Nessuno pensi di impedire la libertà di stampa e di mettere il bavaglio ai giornalisti con la schiena dritta”.
"Allontanare un cronista da una convention politica significa non solo impedirgli di svolgere il proprio lavoro ma costituisce un preoccupante indizio della formazione di liste di proscrizione tra buoni e cattivi da parte della politica". Lo ha detto Giulio Francese, coordinatore regionale della Figec Cisal, che in una nota manifesta indignazione e condanna fermamente l’atteggiamento assunto nei confronti del collega de La Sicilia, Mario Barresi, allontanato da una convention di Fratelli d’Italia, perché "non gradito". Nell’esprimere solidarietà al collega, cui è stato impedito di svolgere il proprio lavoro, il coordinatore regionale della Figec, Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione - manifesta indignazione e condanna fermamente l’atteggiamento discriminatorio assunto nei confronti di un giornalista, in piena violazione del diritto di cronaca garantito dalla Costituzione”.