E' proprio come nelle canzoni di Antonello Venditti: certi amori non finiscono / fanno dei giri immensi / e poi ritornano. E così vale anche per il sindaco di Marsala, Massimo Grillo. Ai più non è sfuggito che qualche giorno fa nella marcia / spettacolo per la viticoltura trapanese (dove il centrodestra, in pratica, scendeva in piazza contro il centrodestra, in un contesto che ricordava molto il galà di apertura di Giochi senza frontiere ...) l'ospite d'onore era il politico del momento, Totò Cuffaro, segretario nazionale della nuova Dc. Accolto a braccia aperte dal Sindaco Grillo e signora.
Ne è passato di vino, pardon, di acqua, sotto i ponti, da quanto Totò Cuffaro era, per Massimo Grillo, il simbolo del male assoluto. Ricordate? La carriera di Grllo comincia, giovanissimo, sul solco del padre e della Dc. Giovanissimo, è già assessore regionale. Supera indenne il '92 , la caduta della Prima Repubblica, Tangentopoli. Poi arriva un nuovo messia nella Dc siciliana, è Totò Cuffaro, potente assessore all'agricoltura prima, e presidente della Regione poi. Grillo è al suo fianco. Nel 2001 è eletto alla Camera dei Deputati nel collegio di Marsala. Nel 2005, o giù di lì, si consuma la rottura tra Cuffaro e Grillo, che voleva essere ricandidato alla Camera e non trovò posto. Fu lì che l'attuale Sindaco di Marsala cominciò la sua battaglia morale in nome dell'antimafia, e cominciò a brandire come clava i temi dell'etica in politica.
A rileggere oggi i giornali di allora, abbiamo avuto, a Marsala, il primo grillino d'Italia e non lo sapevamo. Anni prima del suo omonimo collega (nel senso della politica) genovese, il famoso Beppe Grillo, il nostro Grillo, Massimo, era già un populista da fare invidia a quelli che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. E invece già nel 2005 Grillo incalzava il leader dell'allora Udc, Casini: "Non candidi gli inquisiti come Cuffaro!". Il quale replicava: "Le argomentazioni di Grillo sono inesistenti, parla per visibilità elettorale". Addirittura lui e Cuffaro erano due modi opposti di vivere la politica. Secondo Grillo lui stesso incarnava "la questione morale", mentre per il truce Cuffaro "va bene tutto, purché si vinca".
Nel 2008, ancora, Grillo guida una sorta di petizione per fare dimettere Cuffaro da governatore, e chiede "ai consiglieri comunali di tutta la Sicilia ma anche ai semplici cittadini di sottoscrivere un appello per le dimissioni del governatore". Ad aderire all'appello è anche il consigliere comunale di Castelvetrano, Santo Sacco, che attacca il "chiacchierato personaggio" Cuffaro. Ironia della sorte, Santo Sacco verrà poi condannato per mafia a 7 anni.
Grillo, nello stesso periodo, viene ascoltato in tribunale nell'ambito del processo scaturito dall'operazione antimafia "Peronospera 3" sui rapporti tra mafia e politica a Marsala. Raccontano le cronache del tempo che dopo le dichiarazioni di Massimo Grillo, ci fu una "sfuriata" da parte di uno degli imputati (poi condannato per mafia a sette anni), Vincenzo Zerilli: "Mi stupisce che l'onorevole possa aver affermato di non avermi conosciuto. Eppure, si fermava alla mia rivendita di tabacchi e la mia famiglia votava per lui".
Grillo annunciava anche che non avrebbe abbandonato il partito. In realtà, da lì, ne ha cambiati una marea: passerà con il centrosinistra per candidarsi, perdendo, alle elezioni provinciali, sarà poi a destra con Fini e Futuro e Libertà, poi si farà un movimento tutto suo, Liberi, bussando alle porte del Pd, in ultimo di Azione, mentre governa una Giunta appoggiata soltanto da Fratelli d'Italia.
E Cuffaro? Per lui arriverà un processo, e la condanna per favoreggiamento alla mafia, scontata a Rebibbia. Adesso, il ritorno in politica, alla guida della nuova Dc. E tante rivincite.