Quantcast
×
 
 
08/10/2023 06:00:00

Appalti senza regole: in Sicilia nuovo codice e alto rischio corruzione

 E' stato approvato dall’Assemblea regionale siciliana il nuovo Codice degli appalti pubblici, voluto fortemente dal governo Schifani. La novità più importante è che  consente per lavori fino a 5,3 milioni di euro di invitare solo alcune aziende e poi scegliere chi si ritiene. 

Il testo, predisposto dall'assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, integra la norma nazionale (decreto legislativo 36/2023), efficace in Italia dal primo luglio con alcune importanti modifiche. La legge regionale introduce la Centrale di committenza unica regionale, articolata in una Centrale di committenza per beni e servizi, sotto il controllo dell'assessorato dell'Economia, e in una Centrale di committenza per gli appalti di lavori pubblici e di servizi di ingegneria e architettura - ex Urega - incardinata presso il dipartimento regionale Tecnico dell'assessorato delle Infrastrutture.

Secondo il capogruppo all’Ars del PD Michele Catanzaro  “con il nuovo sistema di aggiudicazione degli appalti pubblici voluto dal governo e dalla maggioranza di centrodestra in Sicilia l’80% dei lavori sarà assegnato senza gara d’appalto: in questo modo si apre la strada al rischio di corruzione ed interessi illeciti”.

È intervenuto in merito anche il presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici anch’egli del Pd: “In Sicilia sarebbe servito un sistema con maglie più rigide rispetto al resto d’Italia, per questo avevamo proposto di raddoppiare il numero di ditte da invitare è evidente che un numero così basso, in una regione con un forte radicamento di criminalità e malaffare, potrebbe consentire la nascita di cartelli ed accordi per condizionare il sistema degli affidamenti”.

«Si tratta di un'importante norma di riforma – sottolinea invece il presidente della Regione, Renato Schifani - che recepisce il Nuovo codice dei contratti pubblici nazionale, dando certezza agli enti locali e a tutte quelle strutture come aziende sanitarie, consorzi e altre pubbliche amministrazioni chiamate nei prossimi mesi a gestire gare di appalto per opere pubbliche finanziate da importanti risorse economiche provenienti dal Pnrr e dalla Programmazione europea 2021-2027».

Il testo approvato all’Ars introduce alcune norme, puntando, secondo il governo,  soprattutto sulla semplificazione delle procedure come, ad esempio, la norma sulla Commissione lavori pubblici, la quale sarà adesso chiamata ad analizzare soltanto i progetti con importo superiore a 20 milioni di euro, consentendo una maggiore rapidità nei tempi di approvazione. Le nuove norme introdotte, infatti, garantiranno un dimezzamento dei tempi per l'acquisizione dei pareri e una consequenziale celere procedura di gara.

«Una riforma importantissima – aggiunge l’assessore Aricò – che renderà le procedure di gara più veloci. In linea con le specificità della Sicilia, diamo certezze agli enti locali e alle pubbliche amministrazioni dell’Isola chiamate nei prossimi mesi a dover gestire numerose gare di appalto per opere da realizzare con fondi del Pnrr ed europei. Un ringraziamento al dipartimento regionale Tecnico e al mio ufficio di gabinetto per il grande lavoro svolto, alla Commissione parlamentare Territorio e ambiente dell'Ars per il confronto franco anche con le parti sociali e gli ordini professionali. Ma anche un grazie a tutto il Parlamento siciliano, che con grande senso di responsabilità e in un clima di collaborazione bipartisan ha consentito una celere approvazione di uno strumento normativo importantissimo per lo sviluppo della Sicilia. Con questa riforma abbiamo scritto una bella pagina di collaborazione tra forze politiche che fa bene alla nostra terra».

GEOLOGI - Il Consiglio dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, nella persona del presidente Mauro Corrao, manifesta il proprio apprezzamento in merito all’approvazione, da parte dell’Assemblea regionale siciliana, del del Ddl 519 che recepisce il Decreto legislativo 36/2023 sul nuovo Codice dei contratti pubblici.
“Un iter che abbiamo condiviso in tutto il suo percorso – afferma il presidente dei geologi di Sicilia – abbiamo sinceramente apprezzato il lavoro svolto dalla IV Commissione dell’Ars, presieduta dall’On. Carta con la partecipazione tutti gli altri componenti, che hanno coinvolto, con numerose audizioni, tutte le categorie portatrici di interessi, ivi compresi gli ordini professionali”.
“Il nostro Ordine – continua Corrao – ha delegato il vice presidente Davide Siragusano ed il consigliere Salvatore Volpe per seguire i lavori in Commissione”.
I Geologi si dichiarano soddisfatti anche per i contenuti della legge approvata.
“La legge proposta dall’Assessore alle infrastrutture, On. Alessandro Aricò – dichiara il Vice Presidente Siragusano – ed elaborata sotto la supervisione di un tecnico di grande livello, come il direttore generale del D.R.T. Duilio Alongi, ci consegna degli risultati importanti. È stata, ad esempio, costituita una Centrale unica di committenza (Cuc), in attuazione alle direttive nazionali di cui all'articolo 62 del d.lgs. n. 36/2023, a cui potranno fare riferimento le stazioni appaltanti, non qualificate presso l’autorità competente (ANAC), per espletare gare relative a lavori di importo pari o superiore a 500.000 euro e di forniture e servizi di importo superiore a 140.000 euro. La Cuc si articolerà in due rami: il primo, presso l’Assessorato all’economia, per l’affidamento di servizi e forniture ed il secondo, presso il Dipartimento regionale tecnico dell’Assessorato infrastrutture e mobilità, per l’affidamento di lavori e servizi di architettura e ingegneria”.
“Inoltre – continua Siragusano – con la nuova legge, viene eliminato il parere in linea tecnica che si sovrapponeva con le procedure di verifica, allungando i tempi per approvare i progetti ed appaltare i lavori; mentre il parere della Commissione regionale lavori pubblici viene reso obbligatorio solo per progetti di importo superiore a 20 milioni di euro”.
Il Consiglio dei Geologi di Sicilia evidenzia, inoltre, come la nuova legge incarni, nel migliore dei modi, il principio dell’apertura del mercato alle strutture professionali medio-piccole, consentendo alle stesse di potere dimostrare i requisiti economico-finanziari, necessari per partecipare ad una gara per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, con una adeguata polizza assicurativa, in luogo del fatturato degli ultimi tre anni. La legge, contestualmente, amplia da tre a dieci anni la forbice temporale entro cui i liberi professionisti potranno dimostrare i requisiti curriculari per accedere ad una gara.
“Tutto ciò consentirà – dichiara il consigliere Salvatore Volpe – a quelle strutture professionali, che non hanno avuto la fortuna di produrre un fatturato adeguato durante gli ultimi tre anni, di non essere tagliate fuori dal mercato dei lavori pubblici”.
“Infine - conclude il vice presidente Davide Siragusano – abbiamo molto apprezzato l’impegno preso, in IV Commissione, da parte dall’assessore Alessandro Aricò e del direttore Duilio Alongi, per la costituzione di un albo regionale unico dei commissari per l’espletamento delle gare da aggiudicare con l’offerta economicamente più vantaggiosa, questo potrà garantire, a tutti gli enti beneficiari di finanziamenti di interventi, la certezza di professionisti qualificati quali componenti delle relative commissioni di gara”.

ANCE. Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, commenta: “Grazie all’iniziativa dell’assessore Aricò e del dirigente generale Alongi, anche in Sicilia finalmente prevale il buon senso. Un’interpretazione restrittiva, che aveva solo lo scopo di risparmiare facendo ricadere sulle imprese gli oneri degli aumenti di mercato dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici – cosa che non potevamo sostenere - ha rischiato solo di rallentare l’esecuzione di opere pubbliche e la spesa di fondi spesso vincolati a precise scadenze, come nel caso del ‘Pnrr’. Adesso le stazioni appaltanti devono correre per recuperare il tempo perduto, analizzando gli aumenti dei costi, riconoscendo il prezzo giusto alle imprese e ripristinando sereni rapporti che consentano di assicurare i tempi di esecuzione e consegna delle opere e la loro qualità”.