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08/10/2023 06:00:00

La Poesia, una forma di resistenza quasi eroica

 Giovedì 5 ottobre, giorno da cerchiare in rosso sul calendario. Si chiude un viaggio e alle 19:00 è andata in scena la serata finale della prima edizione del Premio Strega Poesia 2023. Stendhal credo abbia provato una vertigine o cosa simile al cospetto di monumenti e opere nel suo viaggio in Italia; se alzo gli occhi in fondo a via della Dogana Vecchia tra i palazzi romani, una cupola unica un assalto al cielo che è Sant’Ivo alla Sapienza ti lascia sempre attonito e Borromini si superò.

Tempio di Venere, parco archeologico del Colosseo, la Via Sacra accanto l’arco di Costantino a chiudere il Colosseo, è storia dell’Umanità. Questo hortus conclusus ha accolto tutti noi l’altra sera, e dove una straordinaria Ema Stokholma ha condotto con ironia e leggerezza poete poeti artisti in un tempo sospeso, dove la Poesia ha retto il colpo a tanta bellezza.

Un viaggio che ha visto la Fondazione Bellonci scommettere e vincere, “la Poesia una forma di resistenza quasi eroica” (Maria Grazia Calandrone), i finalisti Silvia Bre, Umberto Fiori, Vivian Lamarque, Stefano Simoncelli, Christian Sinicco che hanno letto passi delle loro raccolte emozionando: una platea attenta un pubblico vario pop per certi versi e tutti pronti a rendere tributo e affetto a parole che in alcuni casi ti passavano da parte a parte. Ci siamo emozionati tutti con Chiara Civello e le parole di Patrizia Cavalli.

La poesia lingua dell’oggi e che si rinnova sempre, e nelle tante testimonianze su tutte Rancore, rapper italiano: la presenza come giurato del Premio dà atto ancora una volta alla Fondazione che si deve andare sempre oltre, guardare al confronto e crescere pur nella diversità di approccio.

Lui mette in rima parole, fa poesia e la fa a suo modo e con la sua musica e nulla è stato distonico o sopra le righe. Aprirsi sempre anche a chi ci sembra lontano, la poesia giovedì scorso ha fornito un altro passe-partout a questa contemporaneità complessa che è il quotidiano.

Un controcanto meraviglioso, da marzo al Premio finale, andare in direzione ostinata e non necessariamente contraria così è stato navigare con la poesia; Marsala al centro e protagonista con un gruppo di studenti che ha vissuto i poeti dal vero a maggio scorso: ragazze e ragazzi li hanno toccati ci hanno parlato discusso, poi membri della Giuria Giovani del Premio e si chiude un cerchio.

Si parla spesso di percorsi partecipati, di crescita dal basso, e vedere la grafica che avrebbe annunciato la vincitrice di questa sezione ha provocato un fremito di gioia, sapere quanto lavoro c’è stato dietro. Quanta voglia di esserci come ragazze e ragazzi a vivere quel tempo che è stato loro, poi come studenti. Non era scontato e un grazie sentito a chi ha reso possibile
tutto questo.

Vivian Lamarque con L’amore da vecchia Mondadori ha vinto tutto e su quel palco immenso c’era lei col percorso meraviglioso di una donna che oggi nella sua apparente timidezza, sottolinea con la matita le nostre emozioni i nostri sentimenti le nostre paure.

La Lampada
quella sera quel gesto
di spegnere la luce
allungando un poco
verso la lampada
la mano
quella sera che da sola
si spegnerà la nostra luce
che ne sarà dell’ultimo
pensiero? Resterà lì
sopra il letto sospeso?
O scalerà la luna
ove quel che qui si perde
la si raduna?

La Poesia è la casa di tutti è così, e tocca corde intime.
Nel dare continuità e coerenza a questo lavoro non più carsico, iniziato anni addietro, che a novembre prossimo festeggeremo Nino De Vita - poeta e voce alta della letteratura italiana e protagonista con i racconti con la sua storia personale - un omaggio sentito ad un amico lieve che dal suo mondo racconta di noi.

Cambiamo noi i racconti, modi fare, andiamo oltre. Scartiamo di lato e prendiamoci ciò che ci arriva, a stare nel solco c’è un rischio, la noia.

"Io non sopporto più che la gente dica "nevica"che la gente dica "piove" che la gente dica "è brutto" devi cominciare a nevicare tu, a piovere tu, devi pensare al sovrumano. Ecco io coi libri cerco di lavorare sul tema del sovrumano, perché l'umano abbiamo già visto come lavora, la guerra è umana, la violenza è umana, la stupidità è umana. Qualcuno può dire anche disumana. Io vorrei raccontare e cominciare a scrivere il sovrumano". (Alessandro Bergonzoni)

Giuseppe Prode



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