Quantcast
×
 
 
04/10/2023 06:00:00

I tagli alla sanità decisi da Meloni. "E' il colpo di grazia"

Il 27 settembre scorso il Governo, presieduto dalla premier Giorgia Meloni, ha approvato la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, dove c’è pure l’andamento economico della sanità dal 2023 al 2026. Per il 2023 le risorse stimate sono intorno ai 134,7 miliardi di euro, risorse che scenderanno nel 2024 a 133 miliardi di euro nel 2024, un incremento lieve invece nel 2025 fino a 136,7 miliardi e nel 2026 fino a quasi 139 miliardi.


Il testo della Nadef indica poi che la legge di Bilancio finanzierà il rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario.

La legge di Bilancio per il 2023, la prima approvata dal governo Meloni, ha previsto risorse in più: circa 2,3 miliardi dal 2024 e 2,6 miliardi per ogni anno dal 2025 in poi.

Cala, dunque, l'incidenza della spesa per la sanità sul Pil: in 5 anni, tra il 2020 e il 2025, si passa dal 7,4% al 6,2%. Questi dati vengono sempre riportati dalla tabella della Nadef, a ricordare però che la Sanità è un diritto da garantire è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio di saluto al Festival delle Regioni: “Il Servizio sanitario nazionale è  un patrimonio prezioso da difendere e adeguare”.

I partiti di opposizione insorgono sui tagli alla sanità: "Il Paese che ha in testa la destra è senza la sanità pubblica, in cui il diritto alla salute non è più tutelato. Lo confermano i tagli contenuti nella Nadef, che portano la spesa sanitaria in confronto al Pil ai minimi del 6 per cento”, è questa la prima reazione del PD nazionale. Secondo Sinistra Italiana la legge di Bilancio mette a rischio la salute dei cittadini.


Ferma la reazione di Elly Schlein: “Il governo di Giorgia Meloni continua a tagliare il servizio sanitario nazionale mentre un italiano su cinque rinuncia a curarsi a causa della crisi. La situazione della sanità pubblica costringe sempre più italiani a non curarsi e la risposta del governo è tagliare ancora fondi: un atteggiamento gravissimo e incomprensibile che non faremo passare sotto silenzio. Tutte le persone devono sapere che Meloni mentre cerca un nemico al giorno sta smontando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute”. Prende posizione pure il governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Se nella prossima legge di bilancio non c'è un aumento del fondo sanitario nazionale di almeno 4 miliardi la sanità italiana è tecnicamente in default, anche per le regioni più ricche e importanti. E non ne parliamo per le regioni meno ricche”.

A difendere le posizioni del governo il senatore Franco Zaffini di FdI: “Lo sport preferito a sinistra è attaccare il governo. Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità, la frase è attribuita a Goethe ma la sinistra, a corto di idee o semplici proposte, ormai l'ha fatta sua e a furia di ripetere che il governo ha tagliato i fondi sulla Sanità ha finito per crederci; e dire che i suoi governi, quelli dove era presente il Pd, hanno tagliato dalla Sanità in meno di 10 anni oltre 30 miliardi, hanno bloccato le assunzioni è inventato i famigerati tetti di spesa. Ora la segretaria Pd, Elly Schlein, piombata sulla terra da Marte, ha attaccato ancora il governo sulla Nadef, inventando tagli inesistenti. Il governo Meloni, quest'anno ha stanziato 2,15 miliardi in più al fondo sanitario nazionale per il 2023, 2,3 miliardi in più nel 2024 e per il 2025 2,5 miliardi in più. Si tratta di oltre 7 miliardi; se includiamo gli 1,3 miliardi contenuti nel cosiddetto decreto bollette, in tre anni aumentiamo di più di 8 miliardi la dotazione del fondo sanitario nazionale”. 

A dire la sua anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe:  "Il rapporto spesa sanitaria/Pil nella Nadef 2023 quest'anno è 6,6%, nel 2024 6,2%, nel 2025 6,2%, nel 2026 6,1%. Altro che rilancio della sanità pubblica. Questo è il definitivo colpo di grazia".