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01/10/2023 06:00:00

Rifiuti, la Sicilia non sa che fare. Li mandiamo in Danimarca, a caro prezzo

Quella sui rifiuti è la riforma mancata per eccellenza del governatore della Sicilia, Renato Schifani. E gli isolani ne pagano le spese, a caro prezzo. Quest'anno, infatti, mandare i rifiuti all'estero avrà un conto salatissimo: 45 milioni, verso la Danimarca.

“Con 45 milioni di euro si sarebbero potute costruire decine di stazioni di compostaggio per la valorizzazione dell’umido che oggi rappresenta oltre il 50% della raccolta differenziata, oppure acquistare impianti per il recupero dei rifiuti indifferenziati che attraverso sistemi a zero emissioni garantiscono la produzione di energia elettrica, invece il Governo della regione continua a perseguire la peggiore delle gestioni possibili”.

E’ quanto dichiara il referente regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola a proposito del piano della Regione Siciliana per inviare all’estero i rifiuti dell’Isola.

“Spedire i rifiuti all’estero - sottolinea Di Paola - è una dichiarazione di fallimento, è la dimostrazione che non si è capaci di fare il proprio lavoro; e per carità, non ci vengano a ripetere che ‘faremo, ‘costruiremo, eccetera, dopo sei anni di governo, il centro-destra farebbe bene a dichiarare bancarotta”.


«Il mio governo - afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - sta lavorando alla gestione dei rifiuti su più fronti, non ultimo quello relativo all’impiantistica per cui continua il confronto diretto con Roma. Intanto, però, con questa delibera, aiutiamo le amministrazioni comunali che hanno dovuto fronteggiare maggiori costi per superare le criticità legate alla capacità di smaltimento degli impianti regionali con ristori concreti e immediati».

«Stiamo predisponendo il nuovo Piano dei rifiuti - aggiunge l'assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro - analizzando i flussi di indifferenziata e di differenziata per rispondere in maniera puntuale alle esigenze del territorio. L'obiettivo di lungo periodo che ci siamo posti è quello di chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera concreta uscendo finalmente dalla logica dell'emergenza e liberando i siciliani da questa piaga antica».

Ormai l’emergenza rifiuti in Sicilia è diventata insostenibile ed i costi per lo smaltimento stanno divorando le nostre casse mettendo in ginocchio una parte cospicua dell’economia della regione. Mi unisco al coro e sono al fianco di Schifani in questo nuovo progetto che prevede la costruzione di impianti termovalorizzatori a emissioni zero. Concordo con Schifani quando afferma che: "Vogliamo risolvere i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e allo stesso tempo produrre energia". Infatti è noto a tutti che il vantaggio nell'utilizzo di un termovalorizzatore nasce dalla possibilità di ricavare dall'attività di incenerimento di rifiuti non riciclabili energia pulita e, in alcuni casi, acqua calda che va ad alimentare il teleriscaldamento delle abitazioni. I rifiuti vengono bruciati in un forno, composto da una o più caldaie che operano a una temperatura superiore agli 850 gradi: questo procedimento permette la totale ossidazione del rifiuto ed evita la produzione di diossine. Per questo motivo i termovalorizzatori ad oggi rappresentano la soluzione migliore per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti: diversamente gli scarti finirebbero in discarica, e molto spesso all’estero con costi elevatissimi. E allora ritengo che si sia perso già troppo tempo, se pensiamo alla discarica di Bellolampo, che proprio in questi giorni, si è resa protagonista con i molteplici roghi e le cui conseguenze sono state un picco dei livelli di benzene e polveri nell'aria, molto al di sopra del livello di guardia, mettendo a rischio la salute dei palermitani. Tutto ciò non deve più accadere" così il deputato regionale Vincenzo Figuccia. 



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