Da Castelvetrano, dove è nato e cresciuto ed è diventato un boss di Cosa nostra, a Castelvetrano, dove ieri, è tornato per l'ultima volta per essere tumulato nella cappella di famiglia fatta erigere dal padre Francesco Messina Denaro. Così ieri mattina è finito l'ultimo viaggio di Matteo Messina Denaro, morto lunedì 25 settembre all'ospedale San Salvatore de L'Aquila.
Fotografi, giornalisti e operatori tv, sistemati dietro una transenna, a pochi passi dall'ingresso del cimitero e tenuti a distanza dalle forze dell'ordine che hanno presidiato l'ingresso del cimitero. E così, davanti a pochi familiari è calto il sipario sulla vita dell'ultimo grande latitante di Cosa nostra.
Alle 8:11 del mattino l'arrivo del carro funebre scortato dalla polizia e seguito da tre auto di familiari. E' stato scelto un percorso periferico, escludendo così il passaggio del corteo all'interno del centro. L'auto dell'agenzia funebre ha percorso l'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo ed è uscita dallo svincolo di Campobello di Mazara, non da quello di Castelvetrano. Proprio per evitare che il corteo arrivasse in centro.
Messina Denaro, morto e sepolto from Tp24 on Vimeo.
Ad attendere il feretro del boss castelvetranese c'era tutta la famiglia Messina Denaro riunita, tranne l'anziana madre Lorenza Santangelo e le sorelle Rosalia e Patrizia, rinchiuse in carcere. Con una mano poggiata sul lunotto del carro funebre e l'altra con un mazzo di rose gialle, così Salvatore Messina Denaro, ex bancario, che indossava mascherina anti-covid e occhiali da sole, ha salutato il fratello del quale negli anni della latitanza era diventato il suo alter ego, gestendo gli affari della famiglia mafiosa e per questo condannato. Ma ad accogliere la salma del boss c’erano anche le due sorelle Bice e Giovanna.
Prima del fratello erano arrivate al cimitero le sorelle Giovanna e Bice. La prima è la vedova di Rosario Allegra, morto nel 2019, mentre era detenuto al 41bis. Bice, è invece la moglie di Gaspare Como, anche lui in carcere. Assieme alle due sorelle del boss al funerale ci sono i figli Francesco Allegra e Stella Como.
Tra i familiari c’era anche il cognato Vincenzo Panicola, marito di Patrizia Messina Denaro, uscito dal carcere dopo aver scontato la sua pena, la moglie invece deve scontare ancora due anni. Con il cognato c'erano anche i figli Vito e Francesco. Sono, invece, arrivate in auto, al seguito del carro funebre la nipote, avvocato, Lorenza Guttadauro, figlia del boss palermitano Filippo Guttadauro, e Rosalia Messina Denaro, la sorella fermata dopo l’arresto del boss avvenuto il 16 gennaio. A bordo di una suv blu, invece, la figlia Lorenza, che solo a fine agosto ha preso il cognome del padre e le è stata vicina negli ultimi giorni assieme alla cugina. All’uscita dal cimitero dopo quasi un’ora per la tumulazione si è coperta il volto con una busta.
Messina Denaro è stato tumulato nella cappella di famiglia che in cima alla facciata porta una grande targa con la scritta "Famiglia Francesco Messina Denaro". Tra le altre cappelle è quella che si disitingue maggiormente, chiusa da una porta in ferro, lavorato con motivi floreali, e vetro, che nella parte superiore ha disegnato Gesù. E' ornata da una pianta sulla destra e da una statua di Venere in marmo che fino a qualche settimana fa si trovava all'interno.
E Ieri nel giorno della tumulazione di Messina Denaro c'è stato spazio anche per l'indignazione e le polemiche per la pubblicazione di un annuncio che pubblicizzava una messa in suffragio del boss. Era stato pubblicato sulla pagina facebook della parrochia di "Maria Santissima Annunziata" a Casalnuovo di Napoli un messaggio in cui annunciava per le 19, una messa in suffragio per Matteo Messina Denaro. Dopo le proteste e l'indignazione sia via social ma anche di presenza, il parroco, don Tommaso Izzo ha annullato la messa.
"L'annuncio di una messa per Matteo Messina Denaro "è un'iniziativa raccapricciante". Ha commentato il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, sottolineando di voler "stigmatizzare con forza quanto accaduto nella chiesa di Casalnuovo. Un'iniziativa in contrasto con il processo di scomunica che la chiesa ha avviato per i mafiosi e che merita la condanna incondizionata di tutti quelli che credono nello Stato. Questo è un monito a non abbassare mai la guardia su legalità e giustizia".
"Prudenza pastorale", con questa motivazione don Tommaso ha fatto marcia indietro e annullato la messa in suffragio del boss morto all'Aquila lunedì il 25 settembre. Il suo annuncio della celebrazione ha suscitato indignazione tra i fedeli che si sono rivolti al deputato Francesco Emilio Borrelli per segnalare l'insolita decisione. Dopo appena un'ora dalla pubblicazione del post di annuncio della messa, il parroco, che secondo Borrelli ha confermato quanto scritto su Facebook, ha annullato, sulla stessa pagina, la celebrazione. "Il parroco - ha aggiunto il deputato - aveva confermato sottolineando che è un dovere di ogni cristiano pregare per tutti gli esseri umani anche quelli più cattivi. Ma una cosa è pregare in privato, altro è organizzare eventi pubblici".