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26/09/2023 02:00:00

L'Europa e il "manifesto di Ventotene" 

 Il paradigma da ricordare. È quello del "manifesto di Ventotene". Era il 1941 quando Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel periodo in cui erano stati confinati sull’isola di Ventotene per essersi opposti al regime fascista, idearono un progetto di unità europea. Esito di riflessioni, durate tre anni, dalla prima alla seconda guerra mondiale che avevano deformato l’Europa. Il progetto del vecchio continente unificato, fu ritenuto una soluzione per pacificare la regione del 'Vecchio Mondo'.

La sua realizzazione iniziò con la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio-CECA-, organizzazione con lo scopo di mettere in comune le produzioni delle due materie prime in sei paesi: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Fu concepita come passo iniziale di un processo federale europeo, infatti dopo sei anni -1957- nacque la Comunità Economica Europea-CEE-, membri sempre le nazioni fondatrici della CECA. Successivamente aderirono Danimarca, Irlanda e Regno Unito. Nel 1974 il vertice di Parigi in cui i 9 Capi di Stato e di Governo decidono di riunirsi con abitudine in sede di Consiglio europeo e propongono di eleggere il Parlamento a suffragio universale.

Dopo un lustro, prime elezioni del Parlamento Europeo a suffragio universale diretto. Con il trattato di Maastricht che contiene i famigerati parametri economici, la Comunità europea mutò il nome all’insegna di una unione più forte e più stretta dei popoli europei, nacque l'Unione Europea. Quello di Schengen stabilì che cittadini europei potessero liberamente circolare da un Paese all’altro. Poi avvenne l'adozione dell'Euro come moneta unica. Proclamazione solenne della Carta dei Diritti fondamentali dei cittadini europei, espressione dei principi di democrazie e dello Stato di diritto su cui si fonda l’Unione Europea. Il primo gennaio del 2002 entrano in circolazione le monete e le banconote in Euro.

Adesso dell'UE ne fanno parte 27 nazioni senza il Regno Unito. Seppur nata con un nobile intento, ciò che ha prevalso ad oggi è quasi esclusivamente la politica economica corroborata dagli accordi finanziari citati, ivi compreso il Patto di stabilità e crescita, con l'Italia che inserì in costituzione il pareggio di bilancio. La rigida applicazione, che poi hanno elementi di flessibilità, dei criteri hanno alimentato il sentimento d'avversione all'Ue. Una speranza di solidarietà tra i componenti, paradossalmente l'aveva creata il Covid-19 con il Next Generation EU. Ma l'assenza di una condivisione della 'Res Publica', intesa come 'attività politica' estera, principalmente sui migranti al netto delle responsabilità, ci rammenta che dopo che dopo l'unità dei mezzi monetari, il paradigma da rivangare è quello di Ventotene.

Vittorio Alfieri