Né raffreddore, né febbre, né tosse. Una variante dell'ormai più che noto Coronavirus che potrebbe essere la protagonista dei casi autunnali e invernali presenta sintomi particolarmente diversi rispetto a quelli finora conosciuti.
Attualmente tenuta sotto stretta sorveglianza dall'Organizzazione mondiale della sanità, la nuova variante è caratterizzata, stando alle segnalazioni dei pazienti raccolte in un rapporto pubblicato su "New Scientist", perlopiù da diarrea, infiammazioni che interessano gli occhi ed eruzioni cutanee.
Fino a novembre l’Italia riceverà 9,172 milioni di dosi del nuovo vaccino adattato contro le ultime varianti del Covid per la nuova campagna vaccinale (la terza da quando c’è il virus): 3,888 milioni di dosi tra il 25 settembre e fine ottobre, il resto (oltre 5,2 milioni di dosi) il mese successivo. Un numero sufficiente per coprire circa metà della platea di italiani più a rischio a cui è raccomandato il vaccino e cioè over 60, pazienti fragili e operatori sanitari. Con la possibilità in caso di una escalation del Covid che ora sembra davvero difficile - ieri il report Iss ha registrato un rallentamento della crescita di contagi e ricoveri - di poter aumentare l’afflusso di vaccini in tempi stretti. Il rischio però è che le dosi non solo siano più che sufficienti, ma siano addirittura troppe: dopo tre anni di pandemia e gli obblighi vaccinali del passato c’è una sensibile “stanchezza vaccinale” e complice anche il Covid che fortunatamente fa meno male ci potrebbe essere una vera e propria fuga dal nuovo vaccino.