Ad un anno esatto da quando ne denunciammo le condizioni disastrose in cui versavano, l’Amministrazione Comunale di Salemi ha riconsegnato alla cittadinanza due dei tre gabinetti pubblici di cui dispone la città.
Uno, come si sa, si trova nei pressi della centrale Piazza Liberta’, all’inizio della via Lo Presti, al di sotto del livello del Viale delle Rimembranze, motivo per il quale sono stati isolati i solai, I lavori son stati realizzati dall’impresa che da alcuni mesi sta provvedendo al consolidamento della zona compresa in una fascia da sempre indicata in dissesto idrogeologico e in cui ricade anche il Viale delle Rimembranze.
Il secondo invece domina la piazza Martiri di Nassirya, utilizzata come posteggio pubblico nella parte bassa della città, nei pressi delle scuole elementari e medie.
Per i lavori e’ stata utilizzata una squadra di percettori del reddito di cittadinanza, che assicureranno anche l’apertura del servizio. Ma solo dalle otto del mattino fino alle 14,00. E per di piu’, solo fino a dicembre. Fino a quando, cioè, percepiranno l’assegno di sussistenza. Dopo, si dovrà pensare ad una soluzione stabile al fine di evitare eterni sprechi.
Rimangono invece chiusi i locali del bagno pubblico di piazza Martiri d’Ungheria (Piazza Cappuccini). A nostra memoria, entrato in funzione solo per pochissimo tempo, e, stranamente, mai piu’ riaperto, nonostante la sua realizzazione fosse stata un vanto di Francesco La Grassa, assessore dell’Amministrazione di Luigi Crimi, e padre di Antonino, nominato assessore da Venuti nel maggio scorso.
Cosa che nel periodo dell’Impero Romano mai sarebbero successo.
E’ noto infatti che l’imperatore Vespasiano con la tassa sugli orinatoi pubblici finanziava abbondantemente le casse statali e non solo. Un business, si direbbe oggi, di cui non provava vergognava alcuna, “pecunia non olet”, i soldi non puzzano, amava ripetere, poco importava se quella liquidità di sesterzi provenivano dalla produzione di urina di una grande metropoli. Che i gestori dei gabinetti vendevano alle lavanderie come un eccellente detergente.
Altri tempi e altre urine, si direbbe.
Come quella che, fino agli anni settanta del ‘900, fuoriusciva dall’orinatoio situato in piazza Liberta’ a Salemi ( mi astengo dal ripetere cosa accadeva fino a un decennio prima anche nella centralissima “Strata mastra”) , all’angolo con la via Brandi, le cui pareti in metallo e arrugginite a stento celavano l’utente del momento, formando un perenne e maleodorante rigagnolo con buona pace di ogni piu’ elementare norma igienica.
Era questi i tempi che in tanti oggi, tra cui si distinguono certi neo ricchi, amano ricordare sui social, rimpiangendoli come una perduta presunta età dell’oro. Ma tant’e’!
Ma torniamo ad oggi.
Per riportare le due strutture in condizioni ottimali sul piano igienico, funzionale ed anche estetico, sono state eseguite opere di rifacimento degli intonaci, rigonfiati a causa dell'umidità, di imbiancatura delle pareti, sostituzione delle porte e dei sanitari, ecc.
Rimane purtroppo, come si diceva, il problema della “gestione” delle due strutture.
In un paese normale, con un’ autocoscienza sviluppata, si darebbe vita ad una cooperativa di lavoratori. Purtroppo, da molto tempo e’ andato perso il significato autentico del termine “cooperativa”. Quelle che formalmente oggi esistono ed operano nei vari settori (cantine sociali, imprese edili, imprese di servizi), sono solo delle parodie e centri di potere affaristico.
Presto o tardi, quindi, si porrà il problema se non si vuole che quanto realizzato con tanto sacrificio vada vanificato.
Franco Ciro Lo Re