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20/09/2023 08:10:00

Caro voli in Sicilia. Alla fine vince Ryanair

E alla fine sulla questione caro voli in Sicilia vince Ryanair assieme alle altre compagnie. Il governo nazionale ha presentato un emendamento al decreto Asset, che si trova già in discussione al Senato, riscrivendo la norma pensata all'inizio di agosto per contrastare il rincaro dei biglietti, assecondando di fatto le lamentele delle compagnie.

Il decreto "asset" - Lo scorso 7 agosto il consiglio dei ministri aveva dato l'ok al decreto "Asset" con il quale si vietava la fissazione dinamica delle tariffe in base a tre sussistenti condizioni: rotta nazionale verso le isole, picco di domanda per la stagionalità o durante uno stato di emergenza nazionale, prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori del 200% sopra la tariffa media del volo.

"Pratica commerciale scorretta" - Senza mezzi termini il decreto definiva "pratica commerciale scorretta" l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe - da e per le isole, ossia laddove sussistono esigenze di continuità territoriale - basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico.

La reazione di Ryanair -  La reazione delle compagnie e in primis di Ryanair, con il suo amministratore delegato Michael O'Leary, non si era fatta attendere. Ryanair ha ingaggiato una battaglia con l'Italia e l'AD ha dichiarato: "Un decreto stupido e idiota che ridurrà i voli e aumenterà le tariffe. Un decreto illegale". Poco dopo ha annunciato il taglio dei voli in Sicilia e anche in Sardegna. 

La marcia indietro del governo - Dopo le minacce di Ryanair di tagliare i voli verso le due isole maggiori della Penisola, c''è stata la marcia indietro del governo. L'emendamento al decreto Asset dell'esecutivo, elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio) e per limitare l'utilizzo degli algoritmi affida poteri all'Antitrust. L'Authority per la concorrenza dovrà verificare l'eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea, in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza. Le condotte praticate sulle rotte per le isole, il periodo di picco di domanda stagionale e i prezzi superiori del 200% della tariffa media del volo - è scritto nella relazione tecnica - sono considerati circostanze e indizi dei quali l'Autorità può tener conto.

Rimane il divieto di utilizzo automatizzato per le tariffe tramite profilazione web - L'emendamento vieta comunque "l'utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe basate su attività di profilazione web dell'utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporta un pregiudizio al comportamento economico dell'utente", spiega la relazione illustrativa.

Il ministro delle Imprese Urso - Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, conferma che "non ci sarà un tetto, ma rimane il riferimento al +200%, come elemento, insieme ad altri, indicativo affinché autorità Antitrust, eventualmente lo ritenga, possa attivarsi". E aggiunge: "Il nostro obiettivo è la massima trasparenza e il contrasto a ogni distorsione del mercato cosa che possono fare in maniera più compiuta e più efficace le autorità preposte".