Marisa Leo, oggi l'autopsia. Indagini su armi e cellulari
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Nuovi drammatici particolari emergono giorno dopo giorno sul femminicidio di Marisa Leo che ha sconvolto la provincia di Trapani.
Marisa, 39 anni, di Salemi, è stata uccisa a colpi di fucile mercoledì sera in contrada Ferla, a Marsala, dal suo ex compagno Angelo Reina che poi si è tolto la vita. Una relazione burrascosa, dalla quale è nata una bambina che oggi ha 4 anni, andata avanti per anni con la paura di Marisa per gli atteggiamenti violenti e possessivi di Reina, che ha anche denunciato.
Reina, è emerso, ha fatto anche pedinare la brillante responsabile marketing di Colomba Bianca da un investigatore privato. E sembra proprio che l’omicidio fosse premeditato, pensato da tempo. Reina seguiva Marisa da tempo in maniera morbosa. Sarà effettuata oggi l’autopsia sul corpo di Marisa Leo, uccisa mercoledì sera a Marsala dall’ex compagno Angelo Reina che poi si è tolto la vita. Ma ci sono ancora molti punti di questa vicenda che devono essere chiariti, per capire come, esattamente, è maturato l’omicidio-suicidio.
Bisogna capire, ad esempio, cosa abbia spinto Marisa ad incontrare Angelo Reina mercoledì sera, da sola, in un luogo isolato come la tenuta di contrada Ferla. La donna ha lasciato l’azienda intorno alle 17, dicendo che stava andando a Marsala. Pare che Angelo le avesse detto di vedersi per discutere su chi e quando tenere la bambina di quattro anni che avevano avuto insieme e che era legatissima alla madre. Gli investigatori, adesso, sono a caccia dei cellulari dei due che risultano introvabili. Angelo potrebbe averli persi o buttati in un luogo lontano. Reina, dopo aver ucciso Marisa si è allontanato con l’auto, una Porche Cayenne affittata una settimana prima, e si è tolto la vita sparandosi in un viadotto sull’A29. Nei cellulari potrebbero esserci nascosti alcuni aspetti importanti della tragedia. Ad esempio dove ha preso Angelo le armi.
E’ stato accertato, infatti, che la carabina calibro 22 con la quale ha ucciso Marisa Leo , e la semiautomatica 7,65, oltre alle munizioni rinvenute nell’auto, una Porsche Cayenne presa a noleggio, non erano state denunciate. Angelo le avrebbe reperite illegalmente, perchè è difficile che una persona con a carico denunce per stalking e processi possa ottenere legalmente delle armi. Quindi gli investigatori lavorano per risalire a chi ha fornito ad Angelo Reina armi e munizioni, ma anche per capire se sono state utilizzate in altre vicende di cronaca.
Oggi intanto verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Marisa. La salma si trova già all’istituto di medicina legale di Palermo. Bisogna capire quanti colpi abbiano raggiunto Marisa all’addome e se la donna sia morta sul colpo o magari poteva essere salvata. Gli investigatori continuano anche a sentire familiari, amici e colleghi di lavoro, a reperire materiale utile per chiarire i contorni della tragedia e ricostruire i giorni precedenti il femminicidio. Non è chiaro, inoltre, se anche su Angelo Reina verrà effettuata l’autopsia per sapere se fosse sotto effetto di alcol o droghe al momento del delitto. Intanto non si ferma il cordoglio e la commozione per quanto accaduto. Non si placa la rabbia per la morte di Marisa, e in tutta la Sicilia si stanno organizzando eventi, commemorazioni, fiaccolate contro la violenza sulle donne. L’associazione “Donne del vino” ha deciso di istituire una borsa di studio per la figlia di 4 anni di Marisa Leo, un modo per sostenere la piccola in futuro. A Marsala è stato realizzato un murales sotto l’arco di Porta Garibaldi, che raffigura Marisa con un cartello: «La mia essenza non è merce di scambio. Stop violenza!».
Venerdì ci sarà una marcia per ricordare Marisa a Salemi, la sua città, con raduno in piazza Padre Pio alle 19.
Sabato si è svolto a Palermo un corteo con un migliaio di persone organizzato da “Non una di meno”. Le attiviste hanno sfilato con striscioni e cartelli contro tutti i tipi di violenze sulle donne, molte avevano un cartello con scritto “ti rissi di no!”. A Mazara del vallo lo spettacolo “Médèa, arcana opera in canto", di Giacomo Bonagiuso, si è svolto in un clima di comprensibile raccoglimento collettivo, che ha visto tutti i presenti con al polso un nastro rosso come segno di partecipazione emotiva al dramma che ha coinvolto il territorio.
Anche la giornalista e influencer Selvaggia Lucarelli ha ricordato Marisa Leo raccontando di quando la contattò parlandole della sua vicenda. “Aveva lasciato lui 20 giorni dopo la nascita della bimba Lo aveva deciso consapevole del fatto che lui, fino a quel momento, avesse fatto di lei ciò che voleva. Sapeva di pagare un prezzo molto alto per quella decisione. Scriveva proprio "sto pagando". E leggendo le cronache di questi giorni, so che ha continuato a pagare un prezzo altissimo", racconta Lucarelli in un post.
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