11 settembre, "una data segnata dall'infamia", mutuando Franklin Delano Roosevelt. L’attentato alle Torri Gemelle nel 2011 causò 2603 vittime, 24 dispersi, a quelle vanno aggiunti i morti del Pentagono, 125 e i 44 del volo United Airlines 93, che presumibilmente doveva raggiungere il Campidoglio o la Casa Bianca.
A New York tra i soccorritori 411 furono i decessi, 204 i passeggeri nei due aerei, 19 in totale gli attentatori. Questo evento provocò la reazione statunitense che il 7 ottobre iniziò la guerra in Afghanistan: stime in difetto calcolano in più di 200mila i deceduti. Due anni fa calava il sipario sulla guerra, la più lunga della storia americana. Le ultime truppe Usa lasciarono Kabul il 30 agosto 2021, con un giorno d'anticipo rispetto alla scadenza fissata per il 31, lasciando il paese nelle mani dei talebani. I fatti dell’11 settembre mutarono lo stile di vita, perché restrinsero alcune libertà personali, quali quella di movimento, controlli più invandenti sulle persone e in un’accezione più ampia, finanche di religione e d’espressione.
L'altro 11 settembre risale a 50 anni fa. Era una mattina di fine estate del 1973, il governo socialista democraticamente eletto di Salvador Allende fu destituito dall'esercito guidato dal generale Pinochet. Iniziò così una delle parentesi più buie della storia della nazione e dell'intera America latina. Anche se è passato mezzo secolo, la ferita non si è ancora rimarginata del tutto considerato il fatto che da qual momento in poi iniziò una dittatura tra le più feroci della storia contemporanea, durata quasi 20 anni. I 'desaparecidos', emblema della repressione crudele del regime, secondo le cifre ufficiali, furono migliaia e non sono stati dimenticati dall'opinione pubblica. L'Operazione Condor sotto l'egida della Cia sostenne i golpe che seguirono in Argentina e Uruguay, appoggiando la dittatura in Paraguay, Perù e Brasile. Undici Settembre, giorno infausto, non solo per gli Stati Uniti d'America.
Vittorio Alfieri
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