
Marisa Leo, l'ex la faceva pedinare. Psicologi e una borsa di studio per la figlioletta
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Sarà effettuata nei prossimi giorni l’autopsia sul corpo di Marisa Leo, la donna di 39 anni di Salemi, uccisa con una carabina calibro 22 dal suo ex compagno, Angelo Reina, che poi si è suicidato, tra Marsala e Mazara.
Il caso è seguito dalla procura di Marsala che darà incarico al medico per eseguire l’esame autoptico per stabilire l’esatta dinamica dell’omicidio. La donna è stata raggiunta da almeno due o tre colpi di fucile allo stomaco. Stando a quanto trapelato, Reina non aveva un porto d'armi e gli investigatori stanno anche cercando di capire come sia riuscito a recuperare il fucile e la pistola trovata accanto al suo corpo.
Il delitto è avvenuto nell’azienda vivaistica di Reina, in contrada Ferla, tra Marsala e Mazara. La coppia aveva una figlia di tre anni. Lì Reina ha dato appuntamento a Marisa con un pretesto: “vieni a prendere tua figlia”. Poi ha fatto fuoco. I rapporti tra i due si erano deteriorati da tempo e la convivenza si era interrotta. Secondo alcune indiscrezioni poco dopo il delitto un investigatore privato si sarebbe presentato in questura sostenendo che Angelo Reina gli aveva chiesto di pedinare l'ex fidanzata. Gli elementi emersi farebbero pensare a una premeditazione del delitto, ma questo dovranno accertarlo gli inquirenti.
Intanto alla figlioletta, oggi, sono rivolti i pensieri di tutti in provincia di Trapani. La bambina rimasta orfana si trova con lo zio, e non fa che chiedere della mamma.
“Mamma è fuori per lavoro”, ha detto alla nipotina Mauro Leo, 43 anni, consulente del lavoro, fratello di Marisa. Da zio a padre. “Proprio così – afferma – perchè io già mi considero padre e madre della mia nipotina. La crescerò io, ma aiutatemi a dirle la verità. Non ho trovato le parole per dirle cos’è successo. È stato già faticoso trovarle per i miei genitori. Mia madre, 68 anni. Mio padre, 80. Entrambi col cuore a pezzi, incapaci di reagire, inebetiti dalla violenza che si è abbattuta su di noi”. Mauro Leo chiederà l'affidamento della nipotina.
“I familiari e la bambina di Marisa Leo verranno ora seguiti da un’équipe di assistenti sociali e psicologi del Centro per la famiglia al quale il Comune aderisce nell’ambito del Distretto sanitario”, ha assicurato il sindaco di Salemi Domenico Venuti, anticipando che i primi contatti interlocutori tra l’equipe e alcuni familiari sono già avvenuti oggi.
C'è da pensare al futuro della bambina, adesso, e non sarà facile. "Come associazione istituiremo una borsa di studio per la figlia di Marisa, bisogna pensare immediatamente al suo futuro". Ha detto Roberta Urso, responsabile per la Sicilia delle "Donne del Vino", organismo di cui faceva parte anche Marisa Leo.
TU, non sei sola - Marisa Leo from Tp24 on Vimeo.
E non si affievolisce la commozione e la rabbia per quanto successo.
Il vescovo di Mazara del Vallo, Angelo Giurdanella, ha diffuso un messaggio di solidarietà: «In quest’ora particolarmente buia mi rivolgo a voi con la discrezione e il garbo richiesti in momenti come questo, per esprimere vicinanza e prossimità, animato dal sincero desiderio e dal profondo bisogno di partecipare, con autentico rispetto, del dolore di tutti. La vostra sofferenza è così intima e violenta che sento solo il desiderio di stringermi a voi come padre e come pastore. Nessuno si senta lasciato solo!».
In queste ore sono tanti i messaggi di cordoglio e di solidarietà, ma anche gli appelli alle istituzioni ad intervenire con strumenti di prevenzione ancora più concreti contro la violenza sulle donne. Come chiede Spazio Donna parlando di “soluzioni che possano contrastare e prevenire ogni, arbitrario, gesto estremo nei confronti delle donne, quelle donne libere e vere, come lo era Marisa”. Appelli e cordoglio sono arrivati anche da Legacoop, da partiti politici del territorio come Italia Viva e Fratelli d’Italia
Cordoglio hanno espresso nelle ultime ore le amministrazioni comunali di Paceco ed Erice, unendosi ai messaggi di altri Comuni.
Intanto la Regione Siciliana ha pubblicato tre avvisi destinati ai centri e alle strutture che sostengono le donne vittime di violenza sono stati pubblicati dall'assessorato regionale alla Famiglia e alle politiche sociali. I contributi previsti dai bandi mirano a supportare i Centri antiviolenza per le spese di gestione, riconoscendo il ruolo svolto nella protezione delle donne che hanno subito violenza di genere e dei loro figli minori o con disabilità.

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