Ci sono un americano, un francese e un italiano... potrebbe essere l'inizio di una barzelletta e invece, è lo scenario di quella maledetta notte. Erano più di uno per nazionalità e poi c'erano anche i libici.
E comunque non fa ridere nessuno. La verità sulla strage di Ustica, Andrea Purgatori, l'ha saputa dopo un'ora e mezza dalla tragedia, ecco perché ha dedicato parte del suo lavoro, da giornalista instancabile, a questa vicenda. Ha inseguito e denunciato tutti i tentativi di depistaggio, tutti quei morti in circostanze misteriose, persone legate alla vicenda da un filo rosso che attraversa anche la città di Marsala: ci fu ordinato di starci zitti, ha denunciato in diretta un aviere in servizio al centro radar di contrada Timpone quella sera del 27 giugno del 1980. La prova dell'abbattimento era in quei tracciati che anche lui aveva visto bene. Il militare rimasto anonimo non ha sopportato più quel peso sulla sua coscienza. In quello studio televisivo c'era anche Giuliano Amato quella sera, ma quello scrupolo di coscienza se l'è caricato fino alla scorsa settimana, fino all'età di 85 anni. Perché proprio ora? Non sapremo mai il vero motivo, probabilmente, e allora me lo invento io. Mi piace pensare che sia passato da Bologna, e che per qualche motivo si sia trovato a visitare l'installazione permanente di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica. Che abbia sentito i sussurri riprodotti delle ottantuno vittime, mentre altrettante luci si spegono e si accendendono al ritmo di un respiro, illuminando per pochi istanti ottantuno specchi neri che circondano i resti del velivolo. Questo mi piace pensare, perché ancora ci credo a queste cose, nonostante tutto. Non conosco né mi interessa l'orientamento religioso di chicchessia, ma sono convinta anch'io che Non ci sono atei su un aereo che sta precipitando, e a ottantacinque anni già si cominciano ad avvertire i primi sbalzi di pressione.
A quanti, ancora oggi e dopo una sentenza della Cassazione Civile del 2017 che dice: è abbondamente e congruamente motivata la tesi del missile... ancora citano quella Penale del 2007 che invece scagiona i quattro generali accusati di depistaggio, ebbene a questi che dicono: c'è una sentenza della Suprema Corte che esclude l'ipotesi del missile e non è pensabile che dei giudici possano aver mentito, coperto, o fatto male il loro lavoro, ecco cosa risponderei: è possibile invece, perché è già successo altre volte. Il cedimento strutturale c'è stato davvero, ma a cedere non sono state le lamiere di un aereo, bensì le colonne portanti di un pezzo di Stato.
Quando si consuma un tradimento ci vogliono le prove, basta farle sparire per lasciare il dubbio al posto della certezza. Gli italiani non erano pronti a quella verità così inquietante, è stato detto. Come giustificare una battaglia aerea nei cieli tersi di giugno, per motivi geopolitici, interessi finanziari, alleanze da sostenere. Avrebbero dunque mentito per proteggerci dalla verità, offrendo in dono al loro dio ottantuno vittime sacrificali. Mai più! Non fatelo mai più, perché nel frattempo siamo cresciuti, svezzati da misteri altrettanto orribili e rimbalzando da un muro di gomma all'altro. Lasciateci dormire di notte, senza tutte quelle voci di coloro che chiedono ancora di essere seppelliti.
Le storie e i volti delle ottantuno vittime.
Katia Regina