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29/08/2023 02:15:00

Violenze di gruppo, l'orrore di Caivano

 Orrore senza fine. Mentre l'opinione pubblica si azzuffa sui social nel cercare le responsabilità, ovviamente altrui, senza chiedersi come si arrivi a tanto e quante e quali siano le nostre, dacché soprasseddiamo all'epiteto sessista al body shaming o ad un complimento eccessivo ad esempio, per lo stupro di gruppo di Palermo, una nuova mostruosa storia arriva da Caivano, provincia di Napoli, dal Parco Verde.

Due cuginette, 11 e 12 anni, sarebbero state violentate da un gruppo di minorenni. Le indagini hanno avuto inizio ad agosto quando i familiari delle fanciulle hanno presentato una denuncia ai carabinieri e nelle ultime battute hanno evidenziato aspetti ancora più raccapriccianti: sarebbero 6/7 gli episodi di violenza già accertati. L'unico maggiorenne della banda, sarebbe già stato individuato e fermato. La conferma della violenza sarebbe avvenuta anche dai referti di due ospedali cittadini.

Nel frattempo per le due ragazzine è stato deciso l'allontanamento dal Parco Verde e ora vivono in una casa famiglia, perché la Procura presso il tribunale dei minorenni di Napoli ritiene pregiudiziovele per l'incolumità psicofisica della minore l'ambiente familiare e ha chiesto al giudice di convalidare la decisione dei Servizi sociali di allontanare una delle bambine violentate dalla sua famiglia e di collocarla in una "idonea struttura" -misura analoga risulta essere stata adottata anche per l'altra ragazza-.

La nefanda vicenda, in un contesto tanto degradato, nello stesso quartiere un'anima di soli sei anni fu violentata, uccisa e lanciata dall’ottavo piano nel 2014, ha cominciato ad essere raccontata tra gli adolescenti del rione fino a che non è arrivata all’orecchio del fratello di una delle ragazzine. È stato lui a informare i genitori che, a loro volta, hanno chiesto alle ragazzine, che hanno ammesso tutto ed è stata una liberazione.

Incisiva, lucida e condivisa l'analisi del parroco del rione Don Patriciello: "Abbiamo abdicato alla fatica dell'educare". Il sacerdote, da alcuni anni sotto scorta dopo le minacce ricevute per la sua attività nel quartiere, è addolorato: "Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana", afferma, "ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita, vivranno questo dolore con le loro famiglie".

"Se ci sono femminicidi, se ci sono casi di violenza brutale, vuol dire che noi abbiamo sbagliato, abbiamo deciso di non educare" aggiunge. Il sacerdote rivolge anche un pensiero ai presunti stupratori. "Sono vittime della povertà educativa", Le istituzioni oltre a dovere affiancare le famiglie per una 'offerta' pedagogica maggiore, devono ripensare la visione di città e non risolvere la crisi abitativa, creando quartieri dormitorio e ghettizando le persone,anche se nessun luogo può essere esente dell'orrore.

Vittorio Alfieri



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