Si chiama “Sistemi Agricoli Mediterranei”. Affronta materie della facoltà di Agraria. Studia la produzione primaria (vegetali e animali) in un’ottica di filiera all’interno del territorio siciliano e delle aree che ricadono all’interno del bacino del Mediterraneo che si caratterizzano per una forte fragilità ambientale.
Ma il nuovo corso di laurea attivato dall’Università di Palermo, nel Polo territoriale di Trapani, ha anche un altro, doppio obiettivo, quello di studiare i cambiamenti climatici e di cercare di contrastare la fuga dei cervelli.
Un corso innovativo che tiene in considerazione il climate change. La scelta dell’ateneo palermitano è infatti finalizzata a garantire – anche attraverso i nuovi laureati a Trapani - la presenza di colture agrarie fortemente caratterizzanti l’ambiente caldo-arido del bacino del mediterraneo, oggi fortemente esposto ai cambiamenti climatici, e per introdurne altre - in un’ottica di filiera - come per esempio le specie vegetali tropicali e subtropicali che, in relazione anche alle mutate condizioni delle abitudini alimentari della popolazione italiana, sono sempre più richieste dal mercato regionale, nazionale ed europeo.
E poi c’è un elemento non da poco. E’ un corso “autoctono”, nato nel territorio, che studia il territorio, e che punta a formare e trattenere giovani competenti nel territorio.
Ne abbiamo parlato con il coordinatore del Corso di Laurea, il prof. Salvatore La Bella.
Ecco l’intervista.