Negazionismo. È una corrente falsa, storicamente e scientificamente, del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico-politico che per ragioni ideologiche e politiche, nega contro ogni evidenza l'accadimento di fenomeni storici accertati, ad esempio conflitti, genocidi, pulizie etniche o crimini contro l'umanità. Negli ultimi anni il significato del termine, per analogia, viene esteso oltre che in ambito storico anche in ambito scientifico, infatti abbiamo conosciuto quello sanitario relativo al Covid-19, adesso quello del cambiamento climatico. Il più famigerato riguarda l'Olocausto, principalmente gli ebrei e che la narrazione della Shoah sia stata funzionale alla costituzione dello Stato di Israele nel dopoguerra, per giustificare i crimini commessi dagli eserciti e governi Alleati durante la seconda guerra mondiale e che la deportazione avvenne per proteggerli dai pogrom.
All'inizio dello stesso secolo andò al governo, nel paese di Costantinopoli, il partito dei Giovani Turchi - qualche buontempone ha utilizzato lo stesso nome per una corrente del PD -, che perpetró l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C. Per gli storici, perirono i due terzi degli armeni dell’Impero Ottomano, circa 1,5 milione di anime. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. In Turchia attraverso l'articolo 301 del Codice penale - Attentato alla turchicità dello stato -, le autorità hanno perseguito penalmente, giornalisti, scrittori, editori e professori che hanno osato fare riferimento al genocidio armeno.
Anche il premio Nobel per la letteratura Pamuk è stato messo sotto processo per alcune frasi contenute nei suoi libri. Si è negato all'inizio della pandemia che negli automezzi dell'Esercito, con le tristi foto a documentare il fatto, ci fossero delle salme, che il virus fosse letale, dell'utilità del vaccino. Queste vicende e si potrebbero ricordarne tante altre ci raccontano che esiste un Negazionismo del pensiero.
Vittorio Alfieri