Inferno carcerario. Nell'estate libera,dopo le tre precedenti vissute con l'ansia del Covid-19 accade che due donne sono decedute in un giorno a Torino,nella casa circondariale delle Vallette.
Azzurra Campari si è suicidata aveva 28 anni, ricordando Antigone figura mitologica, figlia di Edipo anch'essa morta impiccandosi durante la prigionia. Susan John 43 anni si è lasciata morire di fame.
Susan ja rifiutato per 18 giorni il cibo, l'acqua, le medicine, tutto. Ma non stava sostenendo uno sciopero della fame, come portò avanti Cospito, si è lasciata andare giorno dopo giorno. Continuava soltanto a ripetere che voleva vedere il figlioletto di quattro anni rimasto col padre perchè Susan era sposata. Era ristretta in un'area della sezione femminile riservata alle recluse con disagi psichici.Storie di dolore quelle delle due detenute, come tante storie che si consumano nelle celle italiane,sovraffollate. È vergognoso che il garante dei detenuti di Torino non fosse informata della vicenda di Susan,Monica Cristina Gallo si è detta "rammaricata", sottolineando però che "dal carcere non ci sono mai giunte segnalazioni relative al caso di questa persona: i nostri contatti sono regolari, eppure nessuno ci aveva informato. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla, ma almeno avremmo potuto attivare le nostre procedure e tentare qualcosa". Si continua a vivere nell'ipocrisia biblica che afferma :" il Signore pose su Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato". Ma l'esistenza del reo nelle prigioni nostrane tra l'affollamento, i casi d'abuso di potere degli agenti, il precario esercizio di vigilanza del magistrato di sorveglianza e i ritardi Tribunale di Sorveglianza, diventa straziante. Tra gli indicatori di civiltà di una nazione c'è quello che il carcere non sia un inferno, perché la pena detentiva è giustizia non vendetta.
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