
Ryanair: "Costretti a tagliare i voli in Sicilia"
«Siamo contenti di annunciare le nuove rotte ma mentre Ryanair investe, trainando la crescita dell’isola con investimenti reali, il governo italiano, purtroppo, fa esattamente il contrario col suo decreto illegale e fuorviante che fissa un tetto ai prezzi, violando i regolamenti Ue e allontanando Ryanair dall’isola».
Lo ha detto l’amministratore delegato di Ryanair Eddie Wilson, ribadendo che «se il decreto non sarà cancellato Ryanair sarà costretta a tagliare le sue attività su Sardegna e Sicilia nell’estate e inverno 2024 e ciò vorrà dire meno passeggeri a tariffe più alte».
Quindi Ryanair «chiede nuovamente al Ministro Urso e al Governo italiano di non impegnarsi in un tetto ai prezzi disfunzionale e illegale che mette a rischio rotte, investimenti e posti di lavoro, ma invece di sostenere incentivi per ridurre i costi per le compagnie aeree per allocare capacità vitali come quella annunciata oggi. I cittadini della Sardegna hanno bisogno di connettività ed investimenti che sostengano l’economia sarda».
«Vale più un principio costituzionale o le regole dell’Ue? Pongo questo tema. La Commissione europea potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale, che peraltro ho molto apprezzato, sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree e quindi sui limiti ai prezzi dei biglietti aerei. Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione che prevede che ad ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento, salvo i casi previsti dalla legge. In questo caso, ritengo che il governo italiano dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una “mobilità per censo”, per cui i ricchi possono viaggiare e i poveri no» ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai3, in merito alla polemica sul caro voli.
Il governatore ha poi aggiunto: «Avevo segnalato già a dicembre dell’anno scorso il cartello tra Ita e Ryanair, nel senso che di fatto hanno stipulato un accordo tra loro per non farsi concorrenza, applicando prezzi al rialzo. E avevo già denunciato questo scandalo all’Antitrust sia durante il periodo natalizio che, poi, a Pasqua. Attendiamo risposta da quella autorità. Adesso il caso è esploso a livello nazionale ed è giusto risolverlo complessivamente. C’è da aggiungere che, Ryanair, da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro però intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022».
La compagnia irlandese “negli anni ha manifestato una certa insofferenza alle regole del mercato. Proprio Ryanair é stata sanzionata 11 volte, negli ultimi anni, da parte dall’autoritá per la concorrenza e il mercato. A fronte delle segnalazioni, siamo intervenuti con un decreto che tende a ristabilire le condizioni dei mercato, che tutela i consumatori. Perchè il mercato non é il Far west, non é il luogo dove gli speculatori si approfittano dei consumatori. Il mercato viene regolato dallo Stato, dalle leggi, dalle autoritá e dall’Ue”. Cosí il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un’intervista al Tgcom24, interviene sulla vicenda della richiesta di chiarimenti da parte dell’Ue sul decreto che riguarda il caro voli.
“Noi – prosegue – siamo intervenuti secondo le regole europee in quelle situazioni in cui non vi é un’alternativa di mercato. Perchè nelle isole non vi é una alternativa di mercato adeguata. Lo Stato ha il dovere di intervenire quando il cittadino in qualche misura viene sottoposto a una azione che non risponde alle regole di mercato, ma che anzi é contro queste regole e anche i diritti dei cittadini stessi”, conclude.
E Urso è sulla stessa linea di pensiero di molti esponenti della sua stessa area politica, il M5S esprime invece una posizione critica.
“Le decisioni prese dal governo nel Cdm lunedì per arginare il caro-voli rappresentano l’ennesimo tardivo pasticcio messo a segno dal tandem Urso-Salvini. Ora anche l’Unione Europea ha messo una lente d’ingrandimento sull’operato del governo Meloni, che come accaduto in molti altri casi tenta maldestramente di rimettere il dentifricio nel tubetto”, ha dichiarato la senatrice Gabriella Di Girolamo, capogruppo M5S in commissione Trasporti e Lavori Pubblici.“Gli italiani infatti – aggiunge – sono già stati salassati dalle improponibili tariffe dei biglietti aerei, e un intervento arrivato mentre molti di loro sono di ritorno dalle vacanze sa di beffa che si aggiunge al danno. Bisognava intervenire sei mesi fa, rafforzando i meccanismi di continuità territoriale con le isole e sedendosi a un tavolo con le compagnie per trovare una soluzione condivisa”.“Il modus operandi di questo governo purtroppo è cronicamente sgangherato: o si fa finta di nulla, come nel caso dei prezzi smodati della benzina, oppure si interviene fuori tempo massimo, come appunto sul caro-voli o sui taxi. Nel frattempo gli italiani pagano”, conclude.
Anche il Codacons poi dice la sua sulla questione: «I voli nazionali per isole come Sardegna e Sicilia vanno considerati a tutti gli effetti un servizio pubblico e come tale non è possibile offrire agli utenti tariffe astronomiche od obbligarli a sottostare a rincari ingiustificati. In tal senso è corretto qualsiasi provvedimento del Governo teso a calmierare i prezzi dei biglietti e tutelare gli interessi di chi, specie in occasione di vacanze e festività, deve raggiungere le isole. Sbaglia quindi Ryanair a contestare le misure contro il caro-voli e le dichiarazioni della compagnia dimostrano scarsa sensibilità verso i consumatori e verso i cittadini siciliani».

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