Due atti unici di Luigi Pirandello saranno protagonisti al teatro a mare “Pellegrino 1880”.
“La Morsa” e “La Patente” prenderanno vita sul palco a pelo d’acqua grazie alla rielaborazione di Vito Scarpitta che ne ha curato anche la regia. L’appuntamento è per sabato 12 agosto alle ore 19,30 e poi di nuovo alle 21,30. Insieme a Vito Scarpitta ci saranno gli attori: Giuseppe Todaro, Davide Maltese, Francesco Di Bernardo, Enza Giacalone, Serena Tumbarello, Emanuel Accardi.
Si tratta del sesto evento iscritto all’interno della Rassegna “’a Scurata cunti e canti al calar del Sole” Memorial Enrico Russo, kermesse ideata e organizzata dal Movimento artistico culturale città di Marsala - M.A.C., con il patrocinio del Comune di Marsala e dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Per quanto riguarda “La Morsa”, si tratta del “classico triangolo moglie, amante e marito – spiega il regista –. La protagonista della tresca amorosa è Giulia, donna sincera e appassionata, che si trova all'epilogo della sua relazione con l'amante Antonio. Andrea marito più’ grande di età’, ha scoperto i due amanti e vuole vendicarsi di entrambi stringendo Giulia in una morsa di accuse, ma a Giulia viene a mancare anche il sostegno dell'amante Antonio che vigliaccamente l’abbandona”. Altro testo immortale “La Patente” – continua Scarpitta – “protagonista della tragicomica vicenda è Rosario Chiarchiaro, un impiegato del monte dei pegni, che secondo le dicerie della gente è uno Jettatore che si trova suo malgrado escluso dalla società. Il Giudice Andrea non crede affatto alla Jettatura, ma si trova, da uomo razionale, a dover tener presente che Chiarchiaro a causa delle malelingue ha perso anche il lavoro, non riesce a sposare le figlie a causa di questa nomea e dunque tutta la famiglia è a rischio.
La situazione è davvero assurda e si aggrava ancora di più quando Chiarchiaro, convocato in tribunale, si presenta vestito da iettatore e invoca con forza un processo, chiedendo la patente di Jettatore ufficiale con tanto di bollo per farne la sua professione. Chiarchiaro spiega che se il mondo gli ha imposto, suo malgrado, una maschera, lui è in grado di accettarla e farla sua, e andare fino in fondo pur di ricavarne il giusto tornaconto economico”. Il pregiudizio, la maldicenza nel loro disvelamento assicurano un profondo risvolto morale intriso della bellezza della lingua di Pirandello.