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10/08/2023 06:00:00

Mazara e l'armatore Giuseppe Quinci (Pino Mazara). La storia del "Massimo Garau" / 2

 La storia del naufragio del “Massimo Garau” è la storia non solo delle 19 vittime, con le loro storie, il loro vissuto, le speranze per loro e le loro famiglie, ma è anche la storia del suo armatore Giuseppe Quinci, conosciuto con il soprannome di “Pino Mazara”. La n’ciuria Mazara, fu tramandata all’armatore mazarese dal padre, Nicola Quinci, detto, appunto Cola Mazara, il quale, si dice, tornato dall’America, dove molti anni prima era emigrato in cerca di fortuna, portò con sé tanti di quei soldi con i quali avrebbe potuto “accattarisi tutta Mazara” (comprare tutta la città). Pino Mazara è uno dei più importanti armatori che la città abbia avuto. La sua vita avventurosa e ricca di successi lo ha inserito a pieno titolo tra gli uomini più intraprendenti e facoltosi della città e tra quelli che certamente, avevano maggiore carisma. (Qui abbiamo raccontao la prima parte della storia del Massimo Garau).

Chi è l'armatore del "Massimo Garau" Pino Mazara - Questo importante ma timido uomo ha scritto pagine memorabili della storia della pesca italiana oltre gli stretti, rappresentandola nel mondo. Fu un innovatore della pesca, apportando con tutta una serie di nuove attività un miglioramento a tutto il comparto. Tutto ciò avvenne in una dimensione che vedeva coinvolti diversi Stati, e in particolare quelli del West Africa, in un processo di internazionalizzazione delle imprese. I quei luoghi dove vi erano i più importanti aerali, si trovavano le migliori specie ittiche e lì divenne realtà per Pino Mazara il suo desiderio d’avventura che da sempre lo aveva caratterizzato.

Pioniere della pesca atlantica - La pesca che dagli inizi degli anni ’60 era considerata artigianale, con il suo contributo e il suo lavoro si trasformò in una attività industriale vera e propria. Mazara può essere considerato un pioniere della pesca atlantica avendo scoperto, con il suo intuito e coraggio, nuove zone di pesca nei mari del West Africa, riuscendo a portare alto e con orgoglio il nome della sua città, Mazara del Vallo.

La cantieristica navale e gli stabilimenti di lavorazione e commercializzazione - I successi di Giuseppe Quinci (Pino Mazara) non si fermarono solamente all’attività della pesca, ma riguardarono anche la progettazione e la costruzione di pescherecci oceanici, nei propri cantieri, vere e proprie fabbriche sul mare; la realizzazione di stabilimenti industriali di trasformazione e commercializzazione del pescato, e per un certo periodo anche nel settore finanziario, visto che fu azionista di una banca. Nonostante il ruolo nella società, Pino Mazara non ha mai avuto un atteggiamento presuntuoso e borioso, di alcuni che hanno raggiunto traguardi importanti con le loro carriere di successo. E invece Pino Mazara, mai spavaldo, mai egocentrico, mai al di sopra delle righe, al contrario era molto riservato e doveva essere incalzato ed invitato ad esprimere il suo punto di vista.

Consulente dei Presidenti delle Repubbliche di Nigeria e Angola - Ha avuto un moto di orgoglio e di vanto – così come racconta il genero Gaspare Bilardello – quando gli raccontò dell’invito ricevuto verso la fine degli anni ‘70 dal Presidente della Nigeria, suo amico personale, che lo incaricò di redigere un piano per lo sviluppo della pesca del Paese sub sahariano, incarico che Pino Mazara accettò con entusiasmo tracciando le linee guida poi adottate dal ministero della pesca della Nigeria. Stessa cosa accade per l’Angola, dove Pino Mazara godeva ampiamente della stima del Presidente della Repubblica, grazie all’innovazione che aveva introdotto nel campo della pesca in quella Nazione, ex colonia portoghese, da sempre al centro di guerre e sommosse.

La carriera e l'avventura in Africa - La carriera di Pino Mazara inizia nel 1962, partì con il Cobalto, una piccola imbarcazione di cui era comandante. Dopo 16 giorni di navigazione raggiunse la Sierra Leone, dove si trasferirà, portando con se la moglie, che proprio in quella nazione darà alla luce, vicino alla Capitale Freetown, la loro primogenita. Anni di lavoro intenso che furono alla base dell’ascesa imprenditoriale di Giuseppe Quinci (Pino Mazara). Divenne comandante del "Patristica" fino al 1965 e in seguito del "Marullo", barca battente bandiera sierraleonese. Quando nel 1969 acquistò il primo peschereccio a Londra, lo chiamò "Mary", con il nome della figlia. E con questa imbarcazione torna in Italia e a pescare nel Mediterraneo. Nel 1972 acquista un grosso motopesca, il "Salvatore Giacalone", fatto che è un preludio al suo ritorno in Africa. E così quell’anno fece ritorno a Monrovia, in Liberia, dove trasferì anche l’imbarcazione Mary.

La società con i reali di Persia - Nel 1974, dopo un incontro d’affari con uomini vicini alla famiglia reale persiana, Pino Mazara trasferisce il peschereccio “Mary” in Iran, noleggiandola ad ua società che faceva capo alla famiglia dello scià di Persia Reza Pahlavi. Pino Mazara a 37 anni si trovava come socio in un progetto lavorativo una delle più potenti famiglie del mondo in Iran. Il 13 agosto del 1975 il peschereccio Mary affonda nel porto di Bandar Abbas. Da quel momento Mazara si dedicò totalmente alla pesca nei Paesi del West Africa, dove ebbe inizio la sua straordinaria carriera durata più di cinquant’anni. La pesca era abbondante e si guadagnava benissimo, e allora comprò altre imbarcazioni e il 50% dell’African Fishing Company, società romana proprietaria del “Poppea” e del “Veltro”, arrivate dal mari del Nord e adattati alla pesca atlantica. A queste si aggiunge il “Salvatore Giacalone”, Mazara a quel punto era titolare di una flotta di pescherecci.

Oceanpesca - Della compagnia acquisita da Mazara era socio occulto un importante politico italiano che divenne segretario di partito di uno dei cinque partiti che guidavano l’Italia negli anni ’80, ai tempi del “Pentapartito”. Un uomo di fiducia del politico era l’intestatario ufficiale del 50% delle quote societarie. Da quest’ultimo, dopo aver subito dei furti per quanto riguardava gli incassi, Pino Mazara acquisisce il 50% senza pagare nulla, a dimostrazione che era tanto ciò che era stato sottratto alla compagnia. Nel 1977 a Mazara fonda la Oceanpesca Srl i cui soci sono: lui stesso, Giuseppe Quinci, e la moglie.

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