Verso Trapani la Louise Michel con a bordo 28 migranti salvati ieri nel Canale di Sicilia. Quando era arrivato sul posto, il team della nave umanitaria aveva tratto fuori dall’acqua 8 persone cadute in mare, mentre alte 20 erano stipate nel barchino. Erano in mare da 10 giorni.
“A pochi giorni dall’ultimo naufragio si registra un’altra terribile tragedia in mare. Secondo le testimonianze che si stanno raccogliendo a Lampedusa dai 4 sopravvissuti, decine di persone avrebbero perso la vita la scorsa settimana, tra cui alcuni minori, lungo la rotta del Mediterraneo centrale”. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
“Si teme – dice Save the Children – che oltre 2.000 persone siano morte o disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dall’inizio del 2023. Questi numeri rischiano di far diventare quest’anno il peggiore in termini di vittime dal 2016“. Dal naufragio di Cutro a quello al largo delle coste della Grecia, alle ripetute tragedie verificatesi nelle ultime settimane al largo di Lampedusa, troppe persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e povertà estrema stanno pagando con la vita il sogno di un futuro possibile per sé e per i propri figli, in assenza di canali sicuri e legali di accesso in Europa. “Tutto ciò è inaccettabile e, in gran parte, evitabile: l’Italia e l’Europa si assumano la responsabilità di creare un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare la vita delle persone e aprano canali sicuri e legali di ingresso”, chiede l’organizzazione.