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07/08/2023 06:00:00

Per il reflusso gastroesofageo, ormai malattia sociale, perché solo farmaci a pagamento?

 “Non esistono più nella disponibilità delle farmacie, sia l’alginato sia il magaldrato di sodio”, e’ il grido d’allarme di Salvatore. Il nome immaginario di un nostro lettore trapanese.

L'alginato di sodio (quello nelle bustine verdi, per intenderci) è un principio attivo che rientra nella composizione di farmaci impiegati per contrastare acidità e bruciore di stomaco.

E’ stato posto da più di un anno in fascia C. Lo ha sancito una burocratica determina di un anonimo dirigente ministeriale del settore HTA, acronimo che sta per Health Technology Assessment.

 

Dopo avere citato una lunghissima serie di articoli e decreti legge, il solerte burocrate ha stabilito che il farmaco costa troppo alle casse dell’erario.

 

Occorreva bloccare il consumo ritenuto eccessivo di questa tipologia di farmaci.

 

In effetti, c’e’ da dire che sulla cosiddetta “acidità di stomaco” da sempre molta gente , in assenza di una diagnosi ben precisa, si era affidata a rimedi estemporanei succedutisi nel corso degli anni come una moda. Dalla mitica ‘citrosodina’ della nonna, alla ‘biochetasi’ post grande abbuffata, da all’infuso di alloro all’effervescente “bicarbonato di sodio e limone” o alla tisana “canarino”.

 

Solo da un ventennio a questa parte il sofferente di “acidità allo stomaco” si e’ rivolto massicciamente al consumo di questi antiacidi e spesso senza esami specifici.

 

A pagare ora le conseguenze di questo taglio generalizzato e solo apparentemente salomonico, sono i cronici sofferenti della patologia di reflusso esofageo.

 

La prima conseguenza e’ stato l’aumento del prezzo. Il costo medio dei farmaci e’ raddoppiato: 9€ circa per una confezione di 50g.

 

Alcune farmacie propongono un farmaco a base di acido ialuronico.

Alcuni studi hanno evidenziato che per combattere il reflusso laringofaringeo può essere utile l'acido ialuronico assunto sotto forma di sciroppo, perché crea una pellicola tra i cibi, gli acidi e le pareti degli organi atti alla digestione .

L'anti-acido, quando lo si trova, può avere un costo variabile dai 20 ai 40 € mensili, a secondo che sia magaldrato o alginato di sodio.

Mentre l'inibitore di pompa protonica, a chi è esente totale, costa solo 50 cent, in pratica la ricetta.

A chi non ha alcun problema digestivo, tutto questo ragionamento non dirà nulla, e va benissimo.

Ma chi soffre, anche lievemente, di disturbi da reflusso gastroesofageo, sa che esso può, a lungo andare, agevolare la comparsa di sintomi in grado di interferire con la qualità della vita, provocando un’azione infiammatoria permanente a carico dell’esofago, che, in alcuni casi, potrebbe anche comportare una trasformazione neoplastica sia dell’esofago sia dello stomaco (azione carcinogenetica, viene chiamata).

La malattia da reflusso gastroesofageo purtroppo è una patologia in crescita costante e , ahimè, ancora troppo esposta a cure “fai da te”.

Si calcola che a soffrirne oggi siano oltre 15 milioni d’italiani, con conseguenze significative sulla qualità della loro vita.

Occorrerebbe rivedere il provvedimento valutandolo anche sotto il profilo sociale.

Non ci sembra equo e giusto che le persone, dopo essere stati sottoposti a tutti gli esami e accertamenti , hanno avuto diagnostica la malattia, siano costretti a pagarsi di tasca propria i farmaci prescritti.

Ciò non avviene per i diabetici, ad esempio.

Il nostro amico Salvatore ne soffre, fin da quando aveva 20 anni, di propensione all'ulceropatia dell'apparato digerente, con episodi anche gravi (3 in 6 anni) di ulcera del duodeno e del piloro, con consequenziali ricoveri, trattamenti tempestivi, endoscopie gastriche (all'attivo ne ha 12), trasfusioni, ecc. L'ulcera, infatti, se non curata, degenera in un'emorragia.

Immaginiamo il nostro stomaco come una grande vasca piena di un liquido acido che aiuta a digerire il cibo che si mangia. Quando si hanno problemi di stomaco, possono esserci troppi acidi, che causano fastidio e bruciore.

L'inibitore di pompa protonica (IPP). di cui fanno parte tutti i farmaci che finiscono con ...prazolo (omeprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, ecc.) è come una valvola che riduce la produzione di acido nello stomaco. Funziona in modo più lento rispetto all'anti-acido, ma ha un effetto a lungo termine. Una volta che l'IPP viene attivato, riduce costantemente la quantità di acido prodotto nello stomaco per un periodo più lungo.

Questi farmaci sono assolutamente disponibili nelle farmacie.

Salvatore li assume da circa 40 anni, in modo quasi continuativo. non costano tanto (una volta invece moltissimo) ma sono prescrivibili SSN. Ma sono anche quei farmaci, i cui effetti collaterali, a lungo andare, provocano danno soprattutto a carico del sistema osseo e ancora di più in un'età "diversamente giovane", come sono io, tenendo anche presente le mie patologie, come la mia grave cifoscoliosi.

L'anti-acido, invece, funziona come una spugna che assorbe appunto l'acido in eccesso nello stomaco. Agisce velocemente, efficacemente, ma l'effetto è temporaneo e si deve assumere più volte al giorno.

Ebbene, tutti gli anti-acidi sono spariti dalla circolazione.

L'unico anti-acido (alginato di sodio), è il Gaviscon che, a partire dal 21 luglio 2022, è stato riclassificato come medicinale appartenente alla Fascia C di rimborsabilità ovvero farmaco a totale carico del paziente, ma comunque soggetto a prescrizione medica.

Ripeto. Non è più mutuabile, anche per i pazienti che presentano esenzioni dovute a patologie o reddito.

Trattare argomenti poco aulici non si addice al periodo, e non perché vacanziero. Ne siamo consapevoli. Come per la frutta, il consumo e’ orientato vero le Arti di stagione.

La salute è un “diritto”, si cantava una volta. Oggi si rischia di diventare un “rovescio”

 

Franco Ciro Lo Re



Native | 2024-07-16 09:00:00
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