La comune. Pertinente a una comunità di persone organizzate socialmente, in teoria contrario di privato, individuale, che lottano per il bene collettivo, che concerne la maggioranza, la generalità o la totalità di soggetti sul piano dell'appartenenza dell'attribuzione di valori, d'idee. Tutti conosciamo le più storiche. La prima fu il governo municipale di Parigi dal 1789 al 1795. Il suo potere effettivo cessò nel 1794, allorché essa si rivelò incapace a sostenere Robespierre contro la Convenzione. La seconda, nota come Comune di Parigi, sorse dalla sollevazione del popolo parigino contro il governo. Il tutto ebbe fine con la repressione della ‘settimana di sangue’, nel maggio 1871.
Quella che si narrerà riguarda la città lilibetana. Nacque formalmente nel 2015 quando l'ex enfant prodige della classe politica marsalese Massimo Grillo si candidò alla carica di sindaco. Raccolse attornò a se, si va a memoria, undici consiglieri: Sinacori, Flavio Coppola, Pino Milazzo, Chianetta, Gerardi, Walter Alagna, le donne Genna, Piccione, Ferrantelli, Angileri, Milazzo, ma non furono sufficienti a condurlo a quartiere spagnolo. Della squadra, con la sostituzione di alcuni elementi con parenti: Pino Milazzo e Ferrantelli, sette-undicesimi sono stati confermati nel 2020, alla Comune si sono aggiunti i trasformisti: Sturiano, Vinci, Di Girolamo figlio e il ritorno di: Carnese, Titone e l'arrivo del figlio d'arte Fernandez. Gli otto neofiti a completare la comunità consiliare: Accardi, Di Pietra, Orlando, Pugliese, Bonomo, Cavasino, Martinico, Giacalone. Nonostante l'aspetto ecumenico il primo cittadino a metà mandato è riuscito a disgregare una comune, la quale evidentemente non condivideva valori e senso di appartenenza.
Vittorio Alfieri