Demagogia. Si fa fatica a non ricorrere al comportamento nell'accezione negativa. Poiché si apprende per quelle che sono considerate le vacanze più care della storia, per l'aumento di: aerei, treni, alloggi, che gli abitanti del transatlantico prima di salutarsi per l’estate, tramite l’ufficio di Presidenza di Montecitorio hanno deciso di aumentare gli stipendi ai capigruppo parlamentari. Un aumentino, non è un provvedimento gigantesco se si pensa che prendono circa 13mila euro al mese, questo piccolo aumento di 1269,34 euro netti al mese è minimo. Pari a 4 volte il valore della social card, più del doppio dell'indennità di accompagnamento agli invalidi civili. Ma l’ufficio di Presidenza di Montecitorio, che è un organo ristretto, ha votato una delibera per cui da luglio, quindi anche con una retroattività di una decina di giorni, i capigruppo dei gruppi parlamentari prenderanno l'aumento netto citato.
Ciò è giustificato dalla loro grande attività lavorativa che è quella di partecipare alle conferenze, essere a disposizione per il coordinamento con i ministri, a disposizione anche del Presidente. La delibera è passata con i voti di centrodestra e del M5S. Si sono astenuti PD, Alleanza Verdi e Sinistra, e Italia Viva. Tra di loro c'è anche Maurizio Lupi di Noi Moderati, che non contento ha chiesto la parificazione retributiva tra deputati e senatori, si tratta 500€ mensili. E non offendano la nostra intelligenza, raccontandoci che tutto sia a saldo zero, che i soldi sono presi da quelli già in dotazione ai gruppi, perché la spesa di Montecitorio non è diminuita con il taglio dei parlamentari per noi contribuenti, cambiano semplicemente le voci di spesa. Avendo 400 deputati rispetto ai 630 degli anni scorsi, il budget approvato è lo stesso.
E ci siamo dovuti sorbire Fassino che sventola il cedolino dell'indennità di quasi cinquemila euro, dimenticando, ovviamente, il rimborso delle spese per l'esercizio del mandato pari a 3690 euro, la diaria di 3500 euro, spese di trasporto e spese di viaggio. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Spese telefoniche per 1200 euro,più trattamento di fine mandato, pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo, nel caso dell'ex sindaco di Torino, dal 1994. Ma questi ci fanno o ci sono...e che Demagogia sia.
Vittorio Alfieri