È il 1963. In Italia la Giulio Einaudi Editore da alle stampe “Lessico famigliare” che si è imposto negli anni come capolavoro della letteratura autobiografica italiana. Nello stesso anno, l’autrice palermitana Natalia Ginzburg si aggiudica il più ambito riconoscimento letterario del nostro Paese: il Premio Strega.
Dall’uscita di quel romanzo, ormai divenuto un classico, sono passati sessant’anni.
È il 2022. L’Accademia di Svezia a sorpresa conferisce il Premio Nobel per la Letteratura alla scrittrice francese Annie Ernaux che di legami familiari e autobiografismo ha costellato l’intera sua produzione letteraria. Può essere grande letteratura anche quella autobiografica dice l’Academia di Svezia mettendo un autorevole punto alla polemica che sempre affiora quando si parla di narrativa autofinzionale.
Che si tratti di fiction o autofiction è un dato incontrovertibile che gli scrittori italiani contemporanei abbiano messo al centro dei loro più recenti lavori, le famiglie. A dimostrarcelo la dozzina, e poi cinquina della LXXVII edizione del Premio Strega: legami familiari, nodi insoluti, sentimenti filiali sui quali si reggono le trame dei romanzi.
Forse allora, non può che essere questo, per un festival di narrativa, il momento giusto per scegliere come tema proprio la famiglia, adottando il titolo di quel romanzo a sessant’anni dall’uscita.
Famiglie come “luogo” di incontro e scontro generazionale; famiglie “tradizionali” e nuovi modelli familiari. Famiglie e case in cui nidifica il passato e/o dove si costruisce, o si prova a costruire, il futuro. Famiglie felici o infelici ognuna a modo loro. Famiglie naturali o per scelta caratterizzate da legami incrollabili e valori indissolubili.
Attraverso i romanzi selezionati proveremo a guidarvi con le parole di grandi scrittori – senza mai perdere di vista l’attualità - in un percorso alla ricerca delle origini, un cammino di agnizioni, peccati da espiare, sorrisi e carezze da recuperare, salvare. E ancora morti da redimere, viaggi dell’anima, corpi e sentimenti. Carne ed eros. Stelle e desideri.
Cercheremo anche di analizzare quell’accezione tutta siciliana di “famigghia” nella terra e nell’anno della cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro. Parleremo di mafia e legalità, ricordando il giudice Rocco Chinnici nel giorno dell’anniversario di quel barbaro assassinio.
Ad accompagnarci durante queste tre giornate anche le note di cantautori italiani di ieri e di oggi che sulle famiglie hanno scritto e cantato i loro versi più belli.
Concluderemo a teatro, all’alba di giorno 30, pronti a rinascere nuovi, puri dopo la κ?θαρσις che ci permette il teatro classico greco. La madre più celebre in teatro, farà vibrare la parola di Euripide in un adattamento della Medea a cura del maestro Giacomo Bonagiuso in una prima nazionale che ci regalerà grandi emozioni e sorprese.
Il direttore artistico del Saliber Fest
Filippo Triolo