La gestione e la manutenzione delle reti di distribuzione e degli impianti che furono dell'Eas, ente ormai in liquidazione, così come la conduzione dell'impianto di depurazione delle acque, ha comportato per il Comune di Salemi (Trapani) spese pari a 2,9 milioni di euro soltanto nel quinquennio 2015-2020. Somme che rappresentano un credito vantato dall'ente nei confronti dell'Eas, dal momento che il Comune in questi anni ha dovuto farsi carico della manutenzione degli impianti per scongiurare lo stop dei servizi a cittadini, imprese e ospedale. I dati sono contenuti in una lettera che il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, ha inviato al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e all'assessore regionale all'Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.
Nella lettera Venuti ricostruisce la vicenda relativa alla gestione del servizio idrico nei Comuni nei quali operava l'Eas, ricordando le sentenze del Tar e della Corte costituzionale che avevano accolto i ricorsi presentati proprio dal Comune di Salemi contro il diktat con il quale la Regione aveva imposto agli enti locali la presa in carico della rete acquedotti. "La Regione Siciliana dovrà farsi carico del problema della gestione del servizio idrico nei Comuni in cui operava l'Eas", affermarono i giudici amministrativi nel dicembre 2020. La decisione del Tar arrivò a seguito del pronunciamento della Corte costituzionale, che in precedenza aveva dichiarato l'illegittimità di un articolo della legge di stabilità regionale del 2017 con cui i Comuni venivano costretti a subentrare all'Eas nella gestione del servizio idrico prendendo in consegna le reti e gli impianti. Il Tar, richiamando la sentenza della Consulta, sottolineò che il legislatore regionale non avrebbe potuto affidare ai singoli Comuni la gestione del servizio idrico integrato.
"In questi anni il Comune di Salemi, così come altri enti locali, ha sempre operato per consentire la continuità del servizio agendo in un'ottica di prevenzione del danno e secondo il principio della leale collaborazione istituzionale - dice Venuti -. A lungo abbiamo sopperito alle carenze dell'Eas per garantire i servizi ai cittadini, oggi però la situazione è diventata insostenibile e mette a rischio la tenuta dei conti del Comune".
Nei giorni scorsi i comuni della provincia di Trapani hanno eletto il sindaco di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso, come nuovo presidente dell'Ati idrico. "È stato tracciato un cronoprogramma, concordato con l'assessore Di Mauro e con gli uffici della Regione, per giungere all'affidamento del Servizio idrico integrato. - aggiunge Venuti -. Un incarico con un mandato ben chiaro: la gestione dell'acqua è e deve restare pubblica, senza se e senza ma. Alla luce delle sentenze e di queste novità nella governance dell'Ati idrico - prosegue il sindaco di Salemi - appare ormai necessario e improcrastinabile che la Regione provveda a farsi carico della questione individuando opportune e urgenti soluzioni per garantire la continuità della gestione del servizio idrico fino a un nuovo soggetto gestore e prevedendo risorse finanziarie per ristorare i Comuni degli esborsi effettuati nel tempo in via sostitutiva".