Patrick Zaki già dottore in farmacia ha conseguito la laurea magistrale in Letterature moderne comparate post coloniali nel Master Gemma in Women's e Gender studies dell’Università di Bologna. Ha discusso una tesi in Media giornalismo e impegno pubblico.Nelle settimane passate lo studente egiziano aveva consegnato la tesi e chiesto un permesso alle autorità egiziane per tornare a Bologna e discuterla in presenza.
Per venire nel capoluogo di regione, infatti gli sarebbe servito un esonero temporaneo dal divieto di viaggiare collegato al processo cui è sottoposto in patria, dove era stato arrestato a febbraio 2020, dall'autunno del 2019 stava frequentando un master universitario in studi di genere proprio nella città della torre degli Asinelli. Un permesso che, evidentemente, è stato negato. Fu catturato dagli agenti dei servizi segreti con l'accusa di diffondere notizie false sui social network e istigazione alla violenza. La notizia del suo arresto fu comunicata successivamente dall'Egyptian Initiative for Personal Rights. Cadute le accuse più gravi di incitamento al "rovesciamento del regime", l'addebito ora è di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" riferita ad alcune frasi scritte sui social in difesa della minoranza cristiano-copta di cui è membro e della quale denuncia la discriminazione.
Durante la prigionia ha maturato, nonostante tutto, la voglia di continuare a studiare e ha contattato la prof.ssa Rita Monticelli dell'università felsinea e farlo "è stato il mio atto di resistenza" ha dichiarato, aggiungendo "sono grato a chi mi sta accanto e attende il mio ritorno in Italia, resisto e continuerò i miei studi a Bologna. Per me e per loro non si tratta di una semplice laurea ma di un messaggio al mondo sui diritti umani e sulla loro importanza”. È indubitabile che i regimi temono il pensiero più delle azioni, perché lui le genera e sostiene e lo studio è: sapere, conoscere, comprendere e poi condividere o meno. E ciò è stata la cifra dell'esistenza, fino ad oggi, di Patrick Zaki. Trattandosi della nazione dei faraoni non si può non ricordare Giulio Regeni e i genitori che da sette anni lottano per avere giustizia.
Vittorio Alfieri